Eritrea - Ingresso vietato


Negato il visto

d'ingresso in Eritrea

a Tiziana, Enrico

ed altri volontari




Sembra incredibile, ma è proprio così, le autorità Eritree, dopo aver accordato un certo numero d’ingressi al comitato organizzatore delle celebrazioni per il centenario di evangelizzazione del popolo kunama, hanno cambiato idea, riducendo drasticamente il numero di permessi accordati.

È successo quindi, che delle trentatre persone che da tutt’Italia avevano accettato con gioia l’invito, solo quindici hanno visto accettata la propria richiesta di visto d’ingresso. Una beffa, considerando che la comunicazione è arrivata, inaspettata, solo a pochi giorni dalla partenza, ma anche un danno economico, perché per coloro che avevano già prenotato il volo aereo, la disdetta implicherà il pagamento di penali.

Di là della nostra delusione e di quella di chi come noi non potrà recarsi laggiù, posso solo immaginare il dispiacere dei componenti il comitato organizzatore, che hanno visto vanificati in un attimo gli sforzi organizzativi ed il lavoro di mesi.

A loro, vogliamo esternare la nostra comprensione ed il nostro affetto, il loro impegno avrebbe di certo meritato un epilogo migliore.

Viene da chiedersi: perché è successo? Perché sono stati promessi un certo numero di visti e poi non sono stati concessi? Il problema sta nelle persone che hanno richiesto il visto?

Difficile rispondere a questa domanda, perché ad oggi, nessuna comunicazione è pervenuta dal consolato, l’informazione è giunta a noi direttamente dal comitato organizzatore, che a sua volta non è stato messo al corrente delle motivazioni.

Da quando abbiamo ricevuto la comunicazione, ho continuato a pensare a quale potrebbe essere la causa di questa decisione, quali motivazioni possono aver spinto le autorità eritree a negarci il visto d’ingresso.

Avendo a che fare con la burocrazia di quella che è al momento definita “la più feroce dittatura d’Africa”, devo pensare, almeno per quanto riguarda noi, che l’intelligence di quel paese (e tutti sappiamo quanto siano efficienti i servizi segreti delle dittature), abbia appurato che siamo volontari di un’associazione di volontariato, vale a dire persone che hanno come obiettivo quello di portare speranza alle popolazioni, come quella Eritrea, che vivono nella povertà, che soffrono per la mancanza di tutto.

Ecco, penso proprio che il motivo sia questo, perché noi volevamo, nel nostro piccolo, portare speranza alla gente che avremmo incontrato.

La speranza però, è vietata ai popoli oppressi dalle dittature, perché potrebbe generare moti di ribellione, potrebbe indurre la gente a non accontentarsi del nulla che ha ed a chiedere ciò di cui tutti hanno diritto: la libertà!

La speranza quindi, in Eritrea non è ammessa, così come non sono ammesse le persone che vogliono seminarla a piene mani, come avremmo voluto fare noi de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Vi sono molti articoli sul WEB, che parlano di come in Eritrea siano continuamente elusi i principi contenuti nella 'Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo'; se volete saperne di più di quello che succede in questo paese, cercate con un motore di ricerca “dittatura eritrea”, potrete trovare informazioni che vi consentiranno di avere una chiara visione dei continui soprusi perpetrati ai danni di quel popolo.

Sono certo che non avremo più l'occasione di andare in quel paese, ciononostante, con la nostra associazione, non ci stancheremo mai di impegnarci per aiutare i nostri fratelli e sorelle che vivono laggiù, non smetteremo mai di raccogliere fondi per aiutarli, per rendere meno penosa la loro esistenza.

La storia insegna che le dittature non durano in eterno, e sono certo che, prima o dopo, anche questo sfortunato popolo potrà finalmente vedere l’alba di un giorno nuovo, che gli porterà la libertà e con essa la speranza di una vita migliore.

                                                                                                                                           GrayFox

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