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La dieta dell'Africa Orientale

 



La dieta dell'Africa Orientale




Nella stagione in cui tutti i media si sentono legittimati a dare suggerimenti su come eliminare dai chili ai liquidi di troppo e su come, cosa e quanto mangiare per perdere peso, pochi parlano della dieta dell’Africa Orientale.

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia sulla base di dati raccolti negli ambulatori e centri nutrizionali nei paesi del Corno d'Africa stima che circa 20 milioni di persone, di cui 5 milioni di bambini, sono in stato di grave malnutrizione. Il perdurare di una combinazione di insufficienza cronica di produzione agricola, conflitti, cambiamenti climatici e instabilità politica sta alla base della crisi, in continuo sensibile peggioramento.

In Eritrea, a causa di una stagione delle piogge in ritardo e irregolare, nelle province di Gash Barka e Anseba il tasso di malnutrizione acuta ha superato il 15 per cento, la soglia di emergenza definita dall’Organizzazione mondiale della sanità, oltre la metà della popolazione nazionale soffre la fame. L’economia del paese è ferma da anni, perché gran parte della popolazione in età lavorativa è impegnata nel servizio militare o è fuggita dal paese.

Nel corso del 2009 la FAO ha detto che se la comunità internazionale non si darà da fare, nel corno d'Africa si consumerà una catastrofe umanitaria che porterà quasi venti milioni di persone a soffrire la fame. Purtroppo nel silenzio del mondo occidentale in Eritrea si sta compiendo quanto la FAO aveva previsto: sono in forte aumento le donne che muoiono di parto per la debolezza fisica, com’è in aumento il tasso di malnutrizione dei bambini.

La Chiesa Cattolica è spesso l’unica fonte di servizi sociali per tutta la popolazione presente sul territorio. Le scuole e le cliniche sono stimate da tutti, indipendentemente dalla religione. I più poveri sono aiutati senza differenze di credo religioso. E’ perciò in forte aumento anche il numero di chi si appella ai centri della Chiesa.

Impegnamoci per sostenere questa Chiesa di frontiera che opera con coraggio aiutando i più poveri.

La nostra associazione sostiene il progetto alimentare terapeutico presso l’Healt Center di Mogolò nella regione del Gash Barka, gestito dai Frati Cappuccini dell’Eparchia di Barentù .

 Tutti sappiamo bene che le zone di miseria o di fame, che esistono sul nostro globo, avrebbero potuto essere “fertilizzate” in breve tempo, se i giganteschi investimenti per gli armamenti, che servono alla guerra e alla distruzione, fossero stati invece cambiati in investimenti per il nutrimento, che servono alla vita. “ (Giovanni Paolo II)

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