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Seconda domenica dopo Pasqua: Festa della Divina Misericordia.

Nel ricordare che il Beato Giovanni Paolo II morì proprio alla vigilia della Giornata della Misericordia proprio da lui fortemente voluta, ci viene spontaneo riflettere sulla grandezza della Misericordia di Dio e sulla pochezza della misericordia umana.

Siamo bombardati dalle notizie dei suicidi di persone che, ormai persa ogni speranza, decidono di rinunciare alla vita.

Assistiamo con grande pena alle scene strazianti dei funerali di queste vittime della società e un interrogativo si fa strada nella mia mente.

Tutte le persone che gridano la loro impotenza e la loro sete di vendetta nei confronti delle Istituzioni e del mondo intero, davvero non si sono accorti che il loro vicino di casa viveva in questo stato di indigenza assoluta?

Nessuno si è accorto dello sguardo spento, gli occhi bassi, le borse della spesa vuote, il silenzio che “urlava” tracimando dai muri di quegli appartamenti?

Le luci sempre spente, la solitudine, l’abbandono, la rassegnazione… Eppure siamo pronti ad osservare i movimenti dei vicini…. magari guardiamo con un pizzico di invidia la macchina nuova oppure sentiamo le risate dei bambini che giocano in casa... le conversazioni a tavola, la Tv col volume un po’ alto…

La verità è che ognuno di noi è perso nei confini del suo orticello personale. Il senso di solidarietà che animava la vita dei nostri anziani si è perso per strada. Ascoltiamo con orecchio distratto e un po’ di fastidio i loro racconti: “ Ma nonno, se non avevi tu da mangiare dividevi il pezzo di pane col tuo vicino? Mandavi i tuoi figli a bussare alla porta della vicina con un piatto di minestra? Cosa avevi in testa?”

Siamo tutti responsabili: specialmente nei confronti di chi non chiede aiuto per un senso di dignità.

E’ vero: i soldi non dovrebbero fare la differenza tra il bene e il male.

E’ altrettanto vero che un po’ più di attenzione, camminare a testa alta e guardare negli occhi il fratello può invece fare la differenza tra la vita e la morte.

Papa Francesco invita sempre tutti a non abbandonare la SPERANZA. Sperare malgrado tutto è un atto di coraggio grandissimo. Possiamo farcela se non siamo soli.

In questo momento difficile cerchiamo in noi la forza per sperimentare la solidarietà e l’accoglienza dei fratelli.

Si, ce la possiamo fare.

                                                                                                                                                                                     Gabriella

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