- Creato: 09 Marzo 2015
Quaresima
Noi Cristiani Cattolici veniamo spesso tacciati di “tiepidezza”, di poca convinzione e di non essere incisivi nella nostra società.
E’ vero: i nostri riti sono pacati, le nostre manifestazioni non sono fragorose, siamo troppo tolleranti in un mondo che di schiamazzi e proclami ha fatto una ragione di vita.
E siamo tolleranti anche troppo nei confronti di chi vilipende e distrugge le nostre sensibilità ed il nostro Credo.
Ma appena papa Francesco tuona e si scaglia contro le ingiustizie e le barbarie apriti cielo. Come si permette, ma che ci pensi la Chiesa ad aiutare, che cominci il Vaticano, libertà...
Quante contraddizioni.
Forse dovremmo approfittare del momento per noi importante di Quaresima per fare un po’ di chiarezza.
Dovremmo acquisire innanzi tutto una maggiore convinzione personale e, certi che l’esempio è sempre fondamentale, non curarci delle calunnie e degli atteggiamenti provocatori ma rispondere con i fatti.
Non è sintomo di mollezza e di poco carattere aiutare il prossimo in silenzio.
Non è sintomo di dabbenaggine essere disponibili all’ascolto degli altri.
E’, al contrario, coraggio.
E se non alziamo i toni è perché crediamo che i litigi e le polemiche siano solo fini a se stessi. In poche parole non abbiamo tempo da sprecare in discussioni senza fine.
Il tempo per noi forte di Quaresima è un modello di vita: “digiunare fra litigi e alterchi” (Is 57,15-58) non è cristiano.