Giuseppe in Etiopia

Giuseppe dall'Etiopia - 24 Aprile 2015

Appunti di missione

Rose globalizzate d'Africa


 

Una consistente quantità di rose che trovate esposte sugli scaffali della grande distribuzione europea (ed italiana), proviene da qui: da Zway (in italiano Zuai), piccolo centro 200 km a sud di Addis Abeba.
L'olandese Sher qui ha il suo più grande stabilimento per la produzione di questi fiori, dopo che anche il Kenia ha espulso la multinazionale per sfruttamento ambientale e per le pessime condizioni di lavoro per i dipendenti, più di 13 mila attualmente in questo stabilimento di Zway, in netta maggioranza donne.
Il salario per queste lavoratrici si aggira mediamente sugli 800 birr mensili (circa 36 euro, che qui, per essere onesti, non é così male, considerato anche che i turni, impensabili in altri tipi di lavoro in Etiopia, prevedono "solo" 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana).
All'interno di questa immensa sede (decine e decine di serre chilometriche), la multinazionale ha costruito un ospedale, un asilo ed una scuola per i figli delle dipendenti, che però si ammalano con sempre più frequenza, e sempre più sono i casi di aborti spontanei.
Questa coltivazione intensiva di rose a basso costo, richiede grandi quantità d'acqua, che viene prelevata ed infine sversata, al termine della filiera, nel lago adiacente lo stabilimento, dove, peraltro, i locali portano il bestiame ad abbeverarsi.
Acqua che entra pulita e fuoriesce inquinata: probabilmente di prodotti chimici, gli stessi che pare compromettano la salute delle dipendenti di questa produzione.

Giuseppe Luca

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