Domani





Domani

 

Domani, e domani, e domani...

"striscia a passi lenti il tempo che ci è assegnato

di giorno in giorno fino alla sua sillaba estrema".

(William Shakespeare)

Lento ma implacabile come una colata di lava avanza il fiume del tempo che ci è stato prescritto.

La sua corrente trascina con sé ore e giorni, spesso simili a scatole vuote, che vagolano alla deriva verso l’estuario finale.

Sembra tanto lunga la distesa di quei “domani, e domani, e domani” da permetterci di non badare al loro uso e consumo.
E così, all’improvviso, ci resta fra le mani solo l’ultima sillaba del discorso della vita.
C’è stato qualche teologo che ha pensato che Dio ci permette con quell’ultima parola di ribaltare il nostro destino, concedendoci una suprema istanza d’appello.
Ma è anche necessario non sfidare quel Dio che pure ci ha donato tanti “domani” quando saremo giunti all’oggi definitivo senza più “domani”.

L’autore della citazione è colui che ha scritto capolavori indiscussi di fama mondiale.

Raccogliamo l’invito del poeta a non lasciar scorrere nel vuoto o, peggio, nel male il fiume della vita fino all’ultima sillaba.

(da Gianfranco Ravasi - Le parole del mattino)

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