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Come sarà il 2021?

 


Come sarà il 2021?






E’ la domanda che ha attraversato la mente di molti di noi all’inizio del nuovo anno, resa ancora più angosciante dalla situazione di enorme incertezza che stiamo vivendo.
E’ vero, abbiamo preso un po’ le misure, ci siamo un po’ adattati, abbiamo fatto di necessità virtù, si fa per dire e non senza brontolamenti, ma sempre sperando di poter tornare alla vita di prima.
Viviamo come un po’ sospesi, in attesa.
E invece la vita è da vivere qui e ora, e ogni istante richiede di essere vissuto pienamente, evitando l’illusione di proiettarsi in un futuro, di cui peraltro non conosciamo i contorni.
E, oltre a vivere intensamente il presente, forse in questo momento sarebbe saggio anche fermarsi a cercare di intuire il senso di quanto sta accadendo, ritrovare una rotta per il viaggio della nostra vita e uscire da queste sabbie mobili, non con le ossa rotte, ma con un bagaglio di esperienze e di valori che ci aiutino a desiderare e cercare di vivere una vita buona.
Come dopo ogni calamità naturale o provocata dall’uomo, anche in questa situazione ci si è sentiti un po’ più vicini gli uni gli altri, tutti… nella stessa barca a condividere lo stesso pericolo ma anche a prendersi cura gli uni degli altri.
E’ una prova che unisce l’umanità nel dolore ma anche nella speranza e nella voglia di prospettive e di parole nuove che riscaldino il cuore e rischiarino la via.
L’enciclica del Papa “Fratelli Tutti” ci deve fare riflettere per recuperare quel senso di fratellanza e di comunione con tutti che sta alla base del nostro impegno missionario.
Essere fratelli significa aprirsi all’altro, accoglierlo e prendersi cura di lui.
E’ quanto si impegnano a fare ogni giorno i missionari e i volontari: non sono eroi, ma sono quei “Santi della porta accanto” che, senza clamori e pubblicità, fanno la loro piccola parte perché questo mondo sia più bello. Per tutti.

(tratto da Missionari Cappuccini)

La bellezza

 


Madiba

 


"Dopo essere diventato presidente, ho chiesto ad alcuni membri della mia guardia del corpo di andare a fare una passeggiata in città. Dopo la passeggiata, siamo andati a pranzare in un ristorante. Ci siamo seduti in uno dei più centrali, e ognuno di noi ha chiesto cosa voleva. Dopo un po 'di attesa, è comparso il cameriere che portava i nostri menù, in quel momento mi sono accorto che al tavolo che era proprio davanti al nostro c'era un uomo solo che aspettava di essere servito. 
Quando è stato servito, ho detto a uno dei miei soldati: vai a chiedere a quell'uomo di unirsi a noi. Il soldato è andato e trasmise il mio invito. L'uomo si alzò, prese il piatto e si sedette accanto a me. Mentre mangiava, le sue mani tremavano costantemente e non alzava la testa dal cibo. Quando abbiamo finito, mi ha salutato senza nemmeno guardarmi, gli ho stretto la mano e me ne sono andato!"
Il soldato mi ha detto: "Madiba, quell'uomo deve essere molto malato, dato che le sue mani non smettevano di tremare mentre mangiava".
"Affatto! Il motivo del suo tremore è un altro", ho risposto.
Mi hanno guardato in modo strano e ho detto loro:
"Quell'uomo era il guardiano del carcere in cui sono stato rinchiuso. Spesso, dopo la tortura a cui sono stato sottoposto, urlavo e piangevo per avere dell'acqua e lui veniva ad umiliarmi, rideva di me e invece di darmi acqua mi urinava sulla testaNon era malato, aveva paura e tremava forse temendo che io, ora che sono presidente del Sud Africa, lo mandassi in prigione e facessi la stessa cosa che ha fatto con me, torturandolo e umiliandolo. Ma io non sono così, quel comportamento non fa parte del mio carattere, né della mia etica. Le menti che cercano vendetta distruggono gli Stati, mentre quelle che cercano la riconciliazione costruiscono le Nazioni".

Nelson Mandela
(Tratto dal Muro di Chicali Echeverría Martínez)

Perla di saggezza

 


Perla di saggezza




Un Maestro ormai anziano, si era stancato delle ripetute lamentele del suo apprendista. Un mattino, lo mandò a prendere del sale.

Quando l’apprendista ritornò, il Maestro gli disse di aggiungere un pugno di sale in un bicchiere di acqua e di berlo.
Che sapore ha?” chiese il Maestro.
Amaro! Salatissimo!” rispose l’apprendista.
Il Maestro rise sommessamente. Chiese poi al giovane uomo di seguirlo.
I due camminarono in silenzio per diversi minuti, finché arrivarono alle sponde di un grande lago fra le montagne.
Riversa la stessa quantità di sale nelle acque del lago” disse allora il maestro.
Il discepolo fece come chiedeva l’anziano uomo.
E ora bevi dell’acqua dal lago
Il giovane congiunse le mani e bevve lentamente”
Mentre qualche goccia ancora cadeva dal suo mento, il Maestro gli chiese “Che sapore ha?
Fresco” disse l’apprendista.
Senti il sapore del sale?
Mmm...no” disse il giovane.
A questo punto il maestro si sedette al fianco del serioso giovane e cominciò a spiegare parlando dolcemente.
Ascolta. Il dolore nella tua vita è puro sale. Niente di meno e niente di più. La quantità di dolore nella vita di ognuno è dato, e non si può evitare. Tuttavia quanta amarezza proviamo, dipende dal contenitore in cui riversiamo il nostro dolore. Per cui quando provi pena, l’unica soluzione è ampliare il tuo senso delle cose. Smettila di essere un bicchiere. Diventa un lago”.

La bellezza

 


La bellezza

 

  

Sono sempre più convinta che la bellezza salverà il mondo....
Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington D.C. e iniziò a suonare il violino. Era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa quarantacinque minuti.
Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Passarono tre minuti e un uomo di mezz'età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi, poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia.
Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare.
Pochi minuti più tardi, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di tre anni.
Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista.
Finalmente la madre lo strattonò con decisione e il bambino continuò a camminare girando la testa per tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini.
Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.
Nei quarantacinque minuti in cui il musicista suonò, solo sei persone si fermarono e rimasero un momento.
Circa venti gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo.
Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.
Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito alla Simphony Hall di Boston e i posti in platea costavano una media di 100 dollari.
Questa è una storia vera.
L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: in un ambiente comune, a un'ora inappropriata, percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?
Ma la vera domanda su cui riflettere è: se non abbiamo un momento per fermarci e ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?

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