- Creato: 28 Aprile 2021
Come sarà il 2021?
E’ la domanda che ha attraversato la mente di molti di noi all’inizio del nuovo anno, resa ancora più angosciante dalla situazione di enorme incertezza che stiamo vivendo.
E’ vero, abbiamo preso un po’ le misure, ci siamo un po’ adattati, abbiamo fatto di necessità virtù, si fa per dire e non senza brontolamenti, ma sempre sperando di poter tornare alla vita di prima.
Viviamo come un po’ sospesi, in attesa.
E invece la vita è da vivere qui e ora, e ogni istante richiede di essere vissuto pienamente, evitando l’illusione di proiettarsi in un futuro, di cui peraltro non conosciamo i contorni.
E, oltre a vivere intensamente il presente, forse in questo momento sarebbe saggio anche fermarsi a cercare di intuire il senso di quanto sta accadendo, ritrovare una rotta per il viaggio della nostra vita e uscire da queste sabbie mobili, non con le ossa rotte, ma con un bagaglio di esperienze e di valori che ci aiutino a desiderare e cercare di vivere una vita buona.
Come dopo ogni calamità naturale o provocata dall’uomo, anche in questa situazione ci si è sentiti un po’ più vicini gli uni gli altri, tutti… nella stessa barca a condividere lo stesso pericolo ma anche a prendersi cura gli uni degli altri.
E’ una prova che unisce l’umanità nel dolore ma anche nella speranza e nella voglia di prospettive e di parole nuove che riscaldino il cuore e rischiarino la via.
L’enciclica del Papa “Fratelli Tutti” ci deve fare riflettere per recuperare quel senso di fratellanza e di comunione con tutti che sta alla base del nostro impegno missionario.
Essere fratelli significa aprirsi all’altro, accoglierlo e prendersi cura di lui.
E’ quanto si impegnano a fare ogni giorno i missionari e i volontari: non sono eroi, ma sono quei “Santi della porta accanto” che, senza clamori e pubblicità, fanno la loro piccola parte perché questo mondo sia più bello. Per tutti.
(tratto da Missionari Cappuccini)