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Il vaccino

 


Il vaccino

   

 

IL VACCINO SIA LUCE DI SPERANZA PER TUTTI

Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini” ha detto Papa Francesco prima della benedizione Urbi et Orbi nel giorno di Natale. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti. Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità. Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi! Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è mio fratello. In ciascuno vedo riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell’emarginato, nel migrante e nel rifugiato: tutti fratelli e sorelle!”

 

Pensieri

 


Pensieri e progetti

 

   

 

Siamo fortunati noi occidentali. La maggioranza di noi ha tutte le cose essenziali a portata di mano. E quello che ci manca lo possiamo comunque trovare agevolmente.
La crisi economica ha stretto nella sua morsa una larga fetta della popolazione, è vero. Ma è altrettanto vero che ci siamo un po’ abituati a piangere guardando i confini del nostro orticello.
Ci sono esempi di chi, usando intelligenza, creatività e ingegno, ha già saputo rialzarsi. Perché esiste la possibilità di farlo, nonostante tutto.
Invece la nostra Associazione mette il dito nelle piaghe della miseria. Dove i bambini muoiono come mosche nell’indifferenza del resto del mondo. Dove un euro al  giorno darebbe loro un pasto e una medicina e ci indigniamo della noncuranza con cui si liquidano le tragedie umane intorno a noi.
Fame, malattie, ignoranza, guerre, ingiustizie, rifugiati respinti, morte. Un lungo elenco.
Siamo un’Associazione giovane, nove anni appena. Ma formata da persone che credono da sempre nei valori della fratellanza e dell'onestà.
Non troverete mai da parte nostra un progetto o un sostegno nebuloso. Tutto documentato perché è così che deve essere. E i soldi delle spese generali molte volte ce li mettiamo noi soci fondatori perchè ogni centesimo deve andare a destinazione.
Non ci fermiamo per la pandemia in Italia. Qui, nella grande Milano, abbiamo fatto la nostra parte con un aiuto molto concreto alle suore che gestiscono una mensa per tutti quelli che ne hanno bisogno.
Ma siamo pieni di progetti per l’Etiopia. Con frate Aklilu e Antonio a seguire sul posto pensiamo al completamento dei  lavori alla scuola “Abba Pascal” di Dubbo e di Sura Koyo dove stiamo portando l’acqua. Sosteniamo poi a Soddo una casa famiglia per ragazze madri, una clinica a Humbo per l’assistenza materna e infantile.
E’ allo studio un altro progetto sanitario molto interessante di cui vi parleremo più avanti.
Con l’Eritrea e il nostro vescovo padre Thomas Osman siamo senza possibilità dopo che il  governo ha requisito scuole e ospedali. Ospedale, villaggio di tukul e sostegni ai bimbi denutriti a Mogolo e tanto altro con impegno. Speriamo che la popolazione possa continuare ad usufruire delle strutture.
Recentemente abbiamo conosciuto Eleonora. Una giovane di Verona che ha aperto una Casa Famiglia per bambini da 0 a 3 anni senza la mamma. Abbiamo già cominciato a sostenerla per l’acquisto di latte, pannolini, generi per l’igiene. Ora ha progetti molto interessanti per allargare gli spazi e la sosterremo nella costruzione di una stalla per gli animali che servono al mantenimento della Casa. Con 18 bambini da accudire Eleonora è molto positiva, preparata e non perde tempo in chiacchiere.
A proposito non vedrete mai nelle nostre comunicazioni le foto di bimbi denutriti perché la loro dignità va tutelata prima di tutto ma vi assicuriamo che straziano il cuore.
Siamo ambiziosi. Ebbene si, lo siamo. Forti del metterci sempre la faccia con la consapevolezza di fare le cose nel modo migliore possibile, con il vostro aiuto.
E’ in corso la campagna tesseramento ma naturalmente ogni tipo di donazione è gradita perché ogni goccia fa il mare.
Vi invitiamo, come sempre, a seguirci su facebook e sul sito www.ilsemedellasperanza.org
Vi ringraziamo. Come sempre.

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Credere

 




Credere

   

 

 


La Emy ha  idee chiare e convinzioni ben radicate. Le professa senza timidezza.
Io credo alle previsioni meteo; se annunciano pioggia, non mi azzardo certo ad uscire senza ombrello”.
Credo a quel medico che mi ha sconsigliato tutte le altre medicine e proposto quelle nuove pillole che vengono dalla Svizzera e mi sento già meglio.
Credo all’oroscopo: mi fa un po’ ridere ma certo qualche cosa di vero è scritto nelle stelle.
Credo nel mio consulente finanziario che mi dà per sicure e redditizie queste obbligazioni di cui non capisco un gran che.
Credo a quello che scrive il giornale e che ha rivelato che delinquente sia quel tale che faceva il sindaco non so più dove.
Credo alle dichiarazioni di quell’attore tanto simpatico e affascinante quando dice che ha trovato finalmente pace da quando frequenta un santone venuto dall’Oriente.
Vieni - le dice l’amica - andiamo in Duomo per il Giubileo ed entriamo dalla porta della misericordia!
No, sai: io non sono credente”.

                      (da “Vocabolario della vita quotidiana” di Mario Delpini, Vescovo di Milano)

La gioia di donarsi

 




La gioia di donarsi

   

 

 

 

L’impegno dell’evangelizzazione arricchisce la mente e il cuore, ci apre orizzonti spirituali, ci rende più sensibili per riconoscere l’azione dello Spirito, ci fa uscire dai nostri schemi spirituali limitati.

Contemporaneamente, un missionario pienamente dedito al suo lavoro sperimenta il piacere di essere una sorgente, che tracima e rinfresca gli altri. Può essere missionario solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri.

Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché “si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35).

Non si vive meglio fuggendo dagli altri, nascondendosi, negandosi alla condivisione, se si resiste a dare, se ci si rinchiude nella comodità. Ciò non è altro che un lento suicidio.

                                                        (da Francesco – il mio breviario)

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