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"Anche se adesso mi ritiro,

nella preghiera sono sempre vicino a tutti voi

e sono sicuro che anche voi sarete vicini a me,

anche se per il mondo rimango nascosto".


(Dal discorso di Papa Benedetto XVI con i parroci e il clero di Roma)


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Il sibilo dei serpenti
(Racconto di Sister Maria Regina m.s.c.)




Eccomi ad accontentare la vostra curiosità sui serpenti di Dubbo in Etiopia.

Anzitutto devo dirvi che i serpenti della nostra Missione appartengono, senz'altro, ad una specie molto ben educata...

Al nostro arrivo a Dubbo nel gennaio del 1999, uno di loro venne in casa a darci il “benvenute” a nome dei suoi compagni. Entrò nella saletta d’ingresso e aspettò tutto il giorno, credo, che qualcuna delle nuove arrivate lo ricevesse. Ma solo a tarda sera, Sister Francesca entrò, per caso, nella saletta. Subito il serpente si eresse e cominciò a farsi sentire...

Ma... Sister Francesca é brasiliana e di serpenti se ne intende: così uscì con precauzione dalla saletta e cominciò a gridare: “un cobra, un cobra!”. Ora dovete sapere che per una brasiliana, cobra significa semplicemente serpente mentre per un’italiana, il cobra é un “signor serpente!”. Vi lascio immaginare il mio spavento!

Corsi a chiamare Sister Ettorina che stava facendo la doccia, ma lei, sentito il caso, mi gridò coraggiosamente di organizzare la difesa, perché lei sarebbe uscita solo ad operazione compiuta. Non c’era tempo da perdere! Svegliai Sister John, chiamammo il guardiano notturno che arrivò armato di bastone e calzando lunghi stivali. Entrò nella saletta, uccise di colpo il serpente, lo appese al bastone e uscì con il suo trofeo. Il serpente era nero e lungo quasi un metro. Il guardiano ci disse di non avere paura, ma... quella notte non abbiamo dormito.

L’indomani tutti i nostri vicini si sentirono in dovere di consigliarci come difenderci dai serpenti. Cominciammo col pulire il recinto (compaund), ma la terra intorno alla casa é molta e quindi, ogni tanto qualche serpente si faceva vedere sotto i portici della casa. L’ultima volta che sono tornata dall’Italia, uno di loro mi accolse sulla soglia di casa. Lo uccise un ragazzo che volle come ricompensa una foto, serpente compreso! Lo accontentai e intesificammo la caccia ai serpenti che gradualmente si allontanarono dall’abitato.

Un giorno, però, i ragazzi vennero trafelati a chiamarmi. “Abbiamo sentito il sibilo dei serpenti” mi dissero e mi portarono sotto tre altissime palme, all’ingresso della Missione, proprio vicino alla casa delle ragazze. I serpenti, scacciati da ogni parte si erano rifugiati sulle palme da dove ogni tanto ne scivolava qualcuno. Qui non ci sono i pompieri con quelle lunghe scale... e così alcuni uomini si offersero arrampicandosi, per pulire le palme.

Ma una era irraggiungibile e ondeggiava proprio sulla casa delle ragazze e così abbiamo dovuto abbatterla, con grande dolore di Sister John che non vuole mai toccare un albero!

Attualmente siamo in una fase di tregua con i serpenti. Non sappiamo dove si siano rifugiati. Stiamo però sempre all’erta perché come dice la Bibbia “il serpente é il più astuto degli animali....”.

Voglio raccontarvi ancora quello che mi capitò un giorno. Mi recai in un lontano villaggio che si chiama Adama a 47 km. da Dubbo. Dopo aver viaggiato per più di tre ore arrivammo, la gente mi aspettava per la Catechesi che prevedeva, per pura coincidenza, anche un commento del passo del Libro dei Numeri (Nu 21,9) quando Mosé innalzò un serpente di bronzo nel deserto.

Il Catechista mi venne incontro per accompagnarmi nella Cappella, ma sulla porta io vidi appeso un lungo serpente. Alle mie rimostranze mi dissero: non abbia paura, é morto. Il ragazzo che lo ha ucciso vuole solamente farglielo vedere!

Per concludere voglio dirvi che a Dubbo, in realtà non ci sono grandi serpenti, ma solo serpenti che si divertono a far spaventare una suora poco coraggiosa come la sottoscritta.

P.S.: ieri sera un serpente é venuto fin sotto la finestra della cucina! Forse per avvisarci che la tregua é finita? Ha fatto una brutta fine!

(Tratto dal giornalino della Missione di Dubbo - Dicembre 2004).

Nostalgia





Nostalgia...









Mitica foto, grandi ricordi, gioventù andata.....

W la spensieratezza e i "pensieri" di quegli anni!

Era bello sognare! Oggi, un po' più "pesanti", ma un pò più sagge!??

Possiamo ancora sognare e volare anche più alto, dobbiamo solo trovare dentro di noi la leggerezza, sciogliere le corde che vogliono stringerci ed essere un po' "matte".... chi se ne importa di quello che gli altri pensano quando stiamo bene dentro noi?

Grazie, amica mia, per i tuoi ricordi, che sono un po' anche i miei, che rendono la mia notte più serena!

                                                                                                                                                      Antonella

BenedettoXVI




Benedetto XVI





La notizia choc delle dimissioni di Papa Benedetto XVI ha colto di sorpresa tutti, fedeli cattolici e non, ed è rimbalzata nel mondo in pochi secondi.

Accendere la TV per il solito telegiornale stantio di notizie politiche e vedere invece il viso del Papa che dava questa notizia bomba, ci ha lasciato attoniti e smarriti.

Siamo figli rimasti orfani.

Avevamo imparato ad amare questo Papa dall’aspetto fragile ma pozzo di scienza teologica. Questo Papa che forse aveva tentato in tutti i modi di svecchiare la Chiesa e i suoi apparati antichi.

Ora è stanco e ne ha tutte le ragioni… l’età sembra essersi moltiplicata durante questo settennato. Rispetto al giorno della sua elezione è più curvo, più spento e molto, molto più solo.

Fare paragoni con Giovanni Paolo II e la sua agonia mediatica è fuori luogo così come sono fuori luogo tutte le illazioni della carta stampata e delle varie trasmissioni TV: papa Ratzinger all’improvviso ha rubato la scena dei salotti ciarlieri ai nostri inetti politici.

E la fotografia del fulmine che ha colpito il Cupolone di San Pietro? È davvero emblematica: quale segnale ci vuole mandare il Creato?

Di certo un imperativo: ravvediamoci! Spogliamoci delle cose inutili, diamo un segnale stringendoci intorno alla nostra Chiesa. Non è troppo tardi nemmeno per far sentire a Benedetto XVI il nostro affetto e la nostra stima profonda per il suo grande coraggio.

Sia di esempio a tutti gli uomini di potere ma anche a noi, abbarbicati alle nostre piccole cose insignificanti.

Questo Anno della Fede voluto proprio dal Papa sia di sprone e ci trasmetta una sana sferzata di energia positiva. Che il suo gesto ci faccia riflettere: riconosciamoci poveri di fronte a Dio ma raddrizziamo la schiena e con il Suo aiuto proseguiamo nel lavoro per diffondere Fede e Pace.

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