Domenica 24 Marzo
XXI giornata in memoria dei Missionari martiri




"L'amore di Cristo li ha fatti muovere".

“Gli operatori pastorali che hanno trovato la morte nel 2012 non hanno compiuto gesti eclatanti, non si sono proposti all’attenzione dei mass media per iniziative o prese di posizione spettacolari. Hanno vissuto la loro fede nell’umiltà della vita quotidiana, in contesti di particolare povertà umana e spirituale, di degrado, di violenza, dove il rispetto della vita e la dignità della persona sono valori che non contano, cercando di portare in questi ambienti la loro testimonianza di amore”.

Così ha scritto l’agenzia FIDES in preparazione alla celebrazione in loro memoria di oggi 24 marzo.

Nulla di ciò, come cristiani, ci sconvolge perché Gesù l’aveva detto e ripetuto ai suoi discepoli: 

“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Matteo 5,3-12)

Noi de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s. lavoriamo e spendiamo i soldi dei benefattori per essere vicini ai sogni, alle speranze, al bisogno di testimoniare e “far vedere” con le opere, il mandato di Cristo.

I nostri missionari non si sono illusi, lasciando il padre e la madre, d’andare a svolgere un compito facile; ma dice Paolo, "l’amore di Cristo li ha fatti muovere!". Sono andati come operatori di pace. E per questo si sono battuti. Sono andati per la giustizia, sapendo che questo li avrebbe resi non graditi a molti.

Non sono eroi della fede, sono cristiani che vogliono condividere con altri fratelli in terre lontane l’amore di Cristo e la gioia del credere in Lui.

Non possiamo deludere LA SPERANZA DEI MISSIONARI!

Loro si sacrificano anche a nome nostro!

BENVENUTO

PAPA FRANCESCO

A poche ore dall’elezione di papa Francesco possiamo solo riflettere sul mistero che ha guidato i cardinali riuniti in Conclave nell’elezione a Sommo Pontefice del cardinal Bergoglio.

Un nome che a noi profani non era stato indicato tra i “papabili” anche se le prime indicazioni relative alla sua persona ce lo presentano come uomo di grande esperienza umana e religiosa. Studioso, gesuita, vicino ai poveri con l’esperienza diretta di vita nell’America Latina, aveva già sfiorato l’elezione al soglio pontificio battuto da Joseph Ratzinger nel precedente Conclave.

Scegliendo il nome di Francesco e pronunciando le sue prime parole: “fratellanza e amore” ha indicato una strada che ci fa ben sperare. Abbiamo bisogno di indicazioni chiare dalla Chiesa. Abbiamo bisogno di un rinnovamento in nome della fratellanza universale e la voce di un uomo di Dio che ha la semplicità di San Francesco è auspicabile.

Dalle prime scarne note biografiche sappiamo che, come Gesuita, il cardinal Bergoglio è uomo retto e tutto d’un pezzo. Non avrà la mano tenera nella condanna degli scandali e delle divisioni.

Ma altrettanto, la sua esperienza di vita fra i più poveri ce lo indica come un uomo ricco di umiltà e sensibilità nei confronti dell’umanità che soffre.

Con commovente senso di delicatezza ha ricordato il vescovo di Roma suo predecessore coinvolgendolo in un abbraccio spirituale con la recita del “Padre Nostro”. Come pure la preghiera silenziosa e comunitaria della piazza gremita ha richiamato lo Spirito Santo disceso sopra di lui e sul mondo intero.

Se si possono esprimere degli auguri al Sommo Pontefice lo facciamo col cuore: che San Francesco da lui evocato lo protegga e lo guidi nel mondo devastato che stiamo attraversando. 

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.

Preghiera Semplice
(San Francesco d'Assisi)