Tiziana e Enrico dalla Missione di Dubbo
In Diretta dall'Etiopia (3)
Ed è arrivata anche l’ultima domenica da trascorrere a Dubbo.
Ieri siamo stati ospiti, a Soddo, di Suzanna e Tjon Lota, due ragazze della squadra di calcio della scuola di Konto, con cui si è instaurato un bellissimo rapporto di amicizia. Dopo esserci scritti per un anno, è stato davvero bello riabbracciarle e passare un po’ di tempo con loro. Vivono in una bella casa, decisamente una delle migliori che abbiamo avuto modo di vedere qui in Etiopia, anche se ovviamente è costruita in legno e “cicca” (paglia e fango) ed ha il tetto in lamiera. Una casa accogliente, ben arredata, con energia elettrica e televisione! Abbiamo passato con loro un’ora e mezza, ed ovviamente non è potuta mancare la cerimonia del caffè con il pop-corn zuccherato. Abbiamo comunicato con un po’ di difficoltà, in inglese, ma quando ci si vuole capire nessun ostacolo può impedirlo
Suzanna e Tjon, rispettivamente di 15 e 14 anni, hanno perso prematuramente la loro mamma pochi mesi fa, ma hanno superato coraggiosamente questa difficoltà e sono due ragazze serene a cui vogliamo bene come a due figlie.
Non senza emozione ci siamo congedati da loro con abbracci e baci, dandoci appuntamento all’anno prossimo, nella speranza di poter tornare ancora qui in Etiopia.
La domenica è il giorno della messa, molto sentita e partecipata. Non pensiate che una messa in Etiopia sia come una messa in Italia, perché vi sono molte differenze.
Prima di tutto la durata, perché qui una messa dura minimo un’ora e mezza, ma può arrivare tranquillamente anche a due ore.
I fedeli partecipano molto intensamente alla celebrazione, che risulta molto vivace e gioiosa, anche grazie ai tanti canti accompagnati dal tamburo o dall’organetto.
Il coro della chiesa si distingue perché indossano tutti una tunica colorata, come i cori gospel americani, e sono molto fieri di farne parte, per loro indossare la tunica colorata è un grande vanto.
Al di là della durata, la grande differenza che ho notato con le messe in Italia, è proprio la partecipazione della gente, che non segue passivamente la celebrazione, ma la vive in prima persona, cantando, applaudendo, ballando, ed è per questo che la messa non risulta pesante, anche se noi non capiamo assolutamente nulla, perché l’amarico è a noi del tutto incomprensibile.
Ovviamente noi “Farenji” non passiamo inosservati, ed appena ci avviciniamo alla chiesa veniamo assaliti da orde di bambini che fanno a gara per darci la mano e accompagnarci all’interno della chiesa, stessa cosa all’uscita, quando ci accompagnano fino all’entrata della missione.
In quanto domenica, oggi tutte le attività della missione sono ferme, ed è davvero strano il silenzio che regna, visto che in settimana c’è sempre grande movimento di persone ed un vociare continuo di sottofondo.
Un abbraccio a tutti voi.
Tiziana e Enrico