Etiopia (segue)
Nostalgia
Questa mattina, passando davanti al “mio” oratorio, sono stata presa da un momento di forte nostalgia e sono entrata…
Posso dire con orgoglio di essere stata “una ragazza dell’oratorio”, di aver vissuto con gioia, in prima persona, tutte le molteplici attività proposte: dai turni al bar con suor Mariangela, all’animazione per i più piccoli in oratorio feriale con la Tata Clerici e la Maria Soldi (la nostra befana), alla consegna della rivista ‘Famiglia Cristiana’ a domicilio, alle consegne di alimenti agli anziani del paese, alle visite alla “bagina” a rallegrare i vecchietti ospitati e tanto altro.
Mi sono seduta su una panchina davanti al “mio” campo di pallavolo e la mente, è ritornata a tanti anni prima, ormai sono veramente tanti, a ripercorrere i tanti momenti della mia vita trascorsi tra quelle mura, poiché anche tutto il mio iter scolastico si è svolto li, dall’asilo alla scuola professionale di segretariato.
Avevo sette anni quando mi sono avvicinata alla vita oratoriana, durante la settimana c’era l’incontro di catechismo in preparazione ai sacramenti di Comunione e Cresima, mentre la domenica pomeriggio ci si ritrovava tutti per giocare, pregare e stare insieme. Il castigo più temuto da tutte noi, era il divieto da parte dei nostri genitori, di partecipare alla vita oratoriana domenicale.
L’anno successivo sono entrata a far parte delle giovanili di pallavolo della mitica “Polisportiva Excelsior”, ricordo l’orgoglio con cui andavo agli allenamenti e alle partite di campionato, con il mio borsone e proprio il campo dell’oratorio, era la nostra palestra sia d’estate sia d’inverno. Quante “tome” per prendere la palla e quante sbucciature di ginocchia e gomiti sull’asfalto, perché non potevamo permetterci ginocchiere e salvagomiti. Gli anni passavano e ormai arrivata in prima squadra, ho avuto anche la soddisfazione di avere come tifoso a qualche partita, il mio fidanzato di allora e ora mio marito da trentadue anni, Enrico, in trasferta da Aosta per trovare la “morosa” che andava ancora all’oratorio.
Ricordo con gioia anche la mia appartenenza, durante il periodo dell’adolescenza, al Gruppo Missionario Oratoriano: quanti francobolli recuperati dalle buste, quante domeniche passate sui camion per la raccolta della carta da vendere, per mandare quattro soldini al nostro caro Padre Morlacchi e agli altri missionari della parrocchia.
Un caro ricordo è anche per il primo coadiutore del nostro oratorio, Don Franco Re, un grande trascinatore che era riuscito a mettere insieme un numeroso gruppo di partecipanti alle attività oratoriane; amava tanto la montagna e il canto il nostro “don”, quante gite sui monti e quante sante messe al campo ha organizzato, rallegrate dai nostri canti accompagnati dal suono delle chitarre.
Ultimo ricordo in ordine cronologico, è l’incontro delle ex oratoriane avvenuto dieci anni fa, con la santa messa celebrata nella cappella dell’oratorio e a seguire, il pranzo nell’ex palestra dell’oratorio maschile; ricordo con dolcezza questo evento, perché con me a festeggiare, c’era anche la mia piccola Federica Corinne, prossima alla nascita.
Sono trascorsi tanti anni da allora e adesso, con “il Seme della Speranza”, mi sono ritrovata con tante persone con cui ho vissuto quel periodo oratoriano: Gabriella compagna di lavoro nel gruppo missionario, Antonella con cui giocavo a pallavolo, Anselmo che con il fratello Antonio guidava i camion per le raccolte missionarie, Maria e Flavia compagne della vita oratoriana domenicale e altre ancora, che si stanno avvicinando all’associazione come semplici socie, ma che, trascinate dal nostro entusiasmo, sono certa diventeranno con il tempo parte integrante della famiglia.
Caro vecchio oratorio, quanti ricordi di momenti felici vissuti con entusiasmo, con la gioia di sentirci uniti. Anche se la vita ha condotto ognuna di noi su strade diverse, questi ricordi non ci abbandoneranno mai, ci accompagneranno per sempre.
GRAZIE oratorio, sei stato “la nostra palestra di vita”.
Tiziana