Etiopia (segue)
Benedetto XVI
La notizia choc delle dimissioni di Papa Benedetto XVI ha colto di sorpresa tutti, fedeli cattolici e non, ed è rimbalzata nel mondo in pochi secondi.
Accendere la TV per il solito telegiornale stantio di notizie politiche e vedere invece il viso del Papa che dava questa notizia bomba, ci ha lasciato attoniti e smarriti.
Siamo figli rimasti orfani.
Avevamo imparato ad amare questo Papa dall’aspetto fragile ma pozzo di scienza teologica. Questo Papa che forse aveva tentato in tutti i modi di svecchiare la Chiesa e i suoi apparati antichi.
Ora è stanco e ne ha tutte le ragioni… l’età sembra essersi moltiplicata durante questo settennato. Rispetto al giorno della sua elezione è più curvo, più spento e molto, molto più solo.
Fare paragoni con Giovanni Paolo II e la sua agonia mediatica è fuori luogo così come sono fuori luogo tutte le illazioni della carta stampata e delle varie trasmissioni TV: papa Ratzinger all’improvviso ha rubato la scena dei salotti ciarlieri ai nostri inetti politici.
E la fotografia del fulmine che ha colpito il Cupolone di San Pietro? È davvero emblematica: quale segnale ci vuole mandare il Creato?
Di certo un imperativo: ravvediamoci! Spogliamoci delle cose inutili, diamo un segnale stringendoci intorno alla nostra Chiesa. Non è troppo tardi nemmeno per far sentire a Benedetto XVI il nostro affetto e la nostra stima profonda per il suo grande coraggio.
Sia di esempio a tutti gli uomini di potere ma anche a noi, abbarbicati alle nostre piccole cose insignificanti.
Questo Anno della Fede voluto proprio dal Papa sia di sprone e ci trasmetta una sana sferzata di energia positiva. Che il suo gesto ci faccia riflettere: riconosciamoci poveri di fronte a Dio ma raddrizziamo la schiena e con il Suo aiuto proseguiamo nel lavoro per diffondere Fede e Pace.