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"Contro la povertà,
contro le malattie,
per prevenire
e per curare!"
Programmi di assistenza sanitaria e sostegno all'ospedale
Saint Mary Small General Hospital di Dubbo
A Dubbo fra il 1999 ed il 2001, è stato costruito per volere della non lontana diocesi di Soddo. il Saint Mary Small General Hospital. Alle origini l’ospedale doveva costituire un punto di assistenza per gravide e bambini, ma nel 2003 sono stati aggiunti ai reparti di ostetricia e di pediatria, una divisione di medicina e una divisione di chirurgia dotata di sala operatoria. E’ un ospedale di piccole dimensioni, con una sessantina di posti letto: il laboratorio analisi, la radiologia e la farmacia, costituiscono il perno di tutte le attività, mentre il pronto soccorso è il luogo in cui si concentra il lavoro medico. L’organizzazione dell’ospedale, nel rigoroso rispetto delle risorse limitate, è un esempio di semplicità ed efficienza di assistenza sanitaria, limitata ma qualificata, in un paese in via di sviluppo.
Sostenere l’Ospedale di Dubbo significa aiutare quanti vi hanno dedicato e vi dedicano tuttora energie, per un progetto sanitario immediato e concreto.
La situazione sanitaria della regione è grave, con tutti gli indici di mortalità, incidenza delle malattie, copertura delle vaccinazioni ecc. tra i peggiori dell’Etiopia (e quindi del mondo): l’intera regione, benché verdeggiante e ricca di campi, è infatti molto povera perchè sovraffollata. Ogni anno a maggio inizia una stagionale penuria di cibo che spiega il gran numero di bambini denutriti anche negli anni normali, poi ogni quattro o cinque anni arriva la siccità e la carestia, si aggrava fino a richiamare l’attenzione degli aiuti internazionali d’emergenza.
La povertà determina anche una bassa alfabetizzazione della popolazione, soprattutto di quella femminile, cui manca la consapevolezza della necessità di tutta una serie di comportamenti “virtuosi” dal punto di vista dell’igiene, e quindi della salute: il bestiame, dai bovini ai polli, dorme nella stessa capanna della famiglia, la gente attinge l’acqua da bere al punto più vicino possibile, anche se si tratta di un torbido torrente o di una pozzanghera in mezzo alla strada. I bambini sono estremamente sporchi, con occhi e narici coperti di mosche e poco vestiti, malgrado il freddo di questo territorio piovoso e a 1800 metri di altitudine. Non stupisce quindi la presenza delle malattie delle regioni povere: diarree, infezioni respiratorie, vermi intestinali, parassiti della pelle, tubercolosi. A queste si sono aggiunti due nuovi flagelli: l’AIDS, riportato (con le altre malattie a trasmissione sessuale) dai giovani uomini che la carenza di campi coltivabili costringe ad emigrare verso le grandi città, nella speranza spesso vana di trovare un lavoro e la malaria, verso la quale nessuno ha ancora sviluppato una resistenza immunitaria e quindi risulta spesso letale anche per gli adulti, ed è diventata la malattia più comune della zona, dove causa oltre un quarto dei casi ambulatoriali.
L'importanza di sostenere l'assistenza sanitaria per le famiglie povere è quindi chiaramente percepibile, perchè senza questa possibilità, si trovano nella condizione di non potervi accedere, mancando loro le risorse economiche necessarie.