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Si parte!






Buon viaggio Giuseppe!






Il nostro caro amico Giuseppe Mantegazza, conosciuto l'anno passato al corso per volontari in missione, che ogni anno si tiene a Musocco presso il convento dei Frati Cappuccini, anche quest'anno è in partenza per l'Etiopia.

Pubblichiamo lo scritto che ci ha inviato alla vigilia del suo viaggio in terra di missione, che sarà pubblicato sulla "Provincia" di Como,Lecco, Sondrio e Varese.

Alla vigilia della partenza, Giuseppe intende stimolarci con questo interrogativo:

"perché nel nostro Paese (ma forse anche nell’intera vecchia Europa), a parte rare eccezioni di individui e di gruppi, la maggior parte delle persone  sorridono e gioiscono poco (e paiono, specie le donne, sempre incazzate)? E non ditemi che e’ per la cosiddetta 'crisi economica'…
I veri cambiamenti, piccoli o grandi che siano, prima  individuali, poi collettivi, dovrebbero partire sempre da gioia ed amore".

A Giuseppe rivolgiamo un caloroso "in bocca al lupo", mentre, con nostalgia, ci tornano in mente i freschi ricordi del nostro periodo di volontariato in quel paese, conclusosi alla fine del mese di ottobre.
                                                                                                                                                 Enrico e Tiziana



L’ Etiopia, situata nel Corno d'Africa, e’ il secondo Paese più popoloso dell’intero continente, uno degli ultimi, nelle classifiche di indice di sviluppo umano, secondo i dati delle Nazioni Unite.
Paese martoriato da guerre fratricide (in particolare quella con la confinante Eritrea, terminata, almeno ufficialmente, una decina d'anni fa'), e da carestie (l'ultima, lo scorso anno, con epicentro la Somalia): un Paese dove la speranza di vita non arriva a 55 anni, un bimbo su dieci non arriva a compiere il suo primo anno di vita, e dove (dati Unicef) 5 milioni di minori sono orfani.
Ed e' proprio in un orfanotrofio che sono diretto: l'Asco Children center- l’unico centro specializzato in Etiopia per la cura dell’hiv pediatrico, - due ore di macchina su strade sterrate e sconnesse a nord della capitale, in un sobborgo (uno dei più poveri della zona) dove centinaia e centinaia di bambini tentano la sopravvivenza, di giorno elemosinando e cercando cibo, di notte costruendosi ripari di cartone, fango e lamiere per ripararsi dal freddo, dall’altissima umidità, e dagli animali selvatici
Per la verità, non e' la prima volta che mi reco in Etiopia, e non e' nemmeno la prima volta che spendo le mie ferie, in terre di missione lontane.
Non avevo nemmeno vent'anni, quando, con un convoglio di aiuti umanitari della Caritas di Milano, nel 1994, mi recai nei Balcani tormentati dalla guerra civile
Poi arrivarono tante altre esperienze di missione e volontariato un po' in tutto il Mondo: nelle Americhe, in Medio Oriente, fino alle ultime in Africa, inviato, come laico, dai francescani (missionari cappuccini) e, di recente, dal Pime (Pontificio istituto missioni Estere), con cui sto collaborando e con cui sto approfondendo questa mia “vena missionaria”.
Non sono un medico, e non ho nemmeno competenze specifiche particolari, piuttosto ho una gran disponibilità, e desiderio di testimoniare buona volontà, mettendomi a disposizione, in particolare nel campo educativo (corsi d’informatica, d’inglese, attività ricreative).
Non parto per fare l’eroe, e tantomeno per cambiare il Mondo, conscio che il mio contributo non possa essere altro che “una goccia nell’oceano”.

A pochi giorni dalla partenza, riguardando le foto scattate la scorsa estate, nella mia ultima esperienza etiope- mi ritornano in mente le sensazioni forti, soprattutto di gioia, provate in quel contesto.
Perché, se e’ vero che l’Etiopia e’ uno dei paesi più poveri al Mondo, e’ altrettanto vero che il Paese esercita ancora uno straordinario fascino di mistero e di scoperta: unica nazione africana a non essere mai stata colonizzata - escludendo la brevissima parentesi italiana (1935-1941), e’ considerata la culla dell’umanità’ e secondo gli studiosi, l’avventura umana e’ iniziata in quelle terre, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di ominidi (il più antico bipede “Lucy” e’ custodito al national museum di Addis Abeba);
e’ il Paese degli infiniti altopiani, che raggiungono anche i tremila metri di altitudine, dove il cielo, luminoso e splendente, di notte rischiara terre buie ed oscure, e’ il Paese dell’Arca dell’Alleanza, che parrebbe essere custodita ad Aksum, delle religioni che riescono a convivere pacificamente (in particolare cristianesimo ed Islam), la terra promessa di Bob Marley e del Rastafarianesimo.
Ma l’Etiopia, la Terra più antica dell’umanità’, e’ soprattutto un Paese giovane (metà della popolazione ha meno di vent’anni), abitato da un popolo fiero e dignitoso, profondamente religioso, e sempre allegro, un paese di donne che vestono con colori accesi, vivi ed allegri, e che ancora sorridono, sempre:
ed in missione, e’ di quei colori, di quella gioia, di quell’energia positiva che ci si impregna totalmente, nonostante le difficoltà, nonostante i rischi, nonostante le malattie endemiche (Aids, malaria e tubercolosi in testa) e la povertà che affliggono gran parte della popolazione di quelle Terre.

Ed e’ per questo, caro lettore, che riparto: per ritrovare una goccia, di quella verità che scaturisce dalla condivisione con gli ultimi, e per ritrovare un po’ di quella grande gioia che "smuove" il Mondo, la gioia che da un senso vero alla vita, che pare essere scomparsa dalle nostre frenetiche vite "occidentali" .
Ma soprattutto, riparto per fare da ponte, per esser io stesso un “ponte”, tra questo nostro Mondo, confortevole, ma che pare essere diventato un po’ triste e solo, e “quell’altro Mondo” africano, poverissimo, ma socievole e gioioso.

Due Mondi lontanissimi, con un unico destino comune: quello della nostra umanità.

Mi attende un viaggio ai confini della Terra, e soprattutto, ai confini dell’anima.

                                                                        Giuseppe Luca Mantegazza

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