Un lungo viaggio senza soste


 

Sui calendari, di solito, i giorni feriali vengono distinti, anche graficamente, dalle feste.
Ma dalla maggior parte di essi sono spariti i santi.
Per non far torto a nessuno, si dice.
Niente di più astratto e ingiusto.
Sulle agende, inoltre, le righe su cui segnare gli impegni nei giorni festivi sono molto più ridotte.
Ricapitolando: la festa c’è ed è il giorno del disimpegno.

Ma basta dire così? Che cosa è veramente la festa?

Anche andando molto indietro nei secoli, presso tutti i popoli e tutte le culture, si incontra la festa.
Prendere parte alla festa significa approfondire il proprio legame di appartenenza alla comunità.
Chi di noi non ha ricordi legati ai racconti dei più anziani su di un passato di festa in cui ci si arricchisce scoprendo la vita di una comunità a cui si impara di appartenere?

Quello della festa è sempre un momento qualificato.
Per questo in ogni festa è presente un rito religioso o laico.
Penso alla Messa, alla celebrazione del matrimonio, alla processione….
Ma anche al ritrovarsi ad un pranzo di famiglia o al gioco della tombola.

Ultimamente il rito è quasi sempre religioso perché segnala il desiderio di cercare una risposta alle domande ultime.
La festa ha quindi un grande significato umano.

Come scriveva il grande filosofo greco Democrito più di duemila anni fa: “la vita senza feste è un lungo viaggio senza soste”.

(dal Messaggero di Sant’Antonio / settembre / Card. Angelo Scola)