Italia

Il mese di maggio

C’era una volta il mese di maggio.

Lo racconto come fosse una favola dei tempi antichi perché oggi tutto è cambiato.

Ricordo che si usciva, la sera, nel crepuscolo profumato di fiori di robinie lungo la Garbogera.

Con le amiche o anche sola: allora non c’era pericolo di fare i brutti incontri dei giorni nostri.
Al limite c’era qualche corteggiatore timido che faceva un pezzo di strada con te cercando di carpire un appuntamento per un gelato, la domenica.

Ogni sera una festa. Il nostro Santuario della Madonna in Campagna era un tripudio di cori e preghiere.
Il Rosario e le Litanie, i canti in onore di Maria, due parole del sciur Prevost. L’altare decorato con i fiori dei nostri giardini.

Come li avrà graditi questi semplici fiori la Madonna! Erano un dono spontaneo degli abitanti della zona.
Ricordo che la mia nonna (cosi’ gelosa del suo giardino) regalava anche panieri interi di petali da spargere per strada durante le Processioni.

Poi finita la Funzione si tornava verso casa, un po’ lentamente. Ormai era buio e c’erano perfino le lucciole sulla costa.

Come spiegherò alla mia nipotina cosa sono le lucciole? Gli insetti, mi raccomando. Forse in internet c’è qualche illustrazione.

A volte facevo un po’ tardi nel rientrare, qualche chiacchiera in più. La mamma alla finestra, apprensiva come tutte le mamme.

”E’ tardi”.

“Mamma il sciur Prevost ha fatto una predica lunga”.

Quanti anni sono passati. Quanti amici ci hanno preceduto.
Vediamo con sgomento le loro fotografie sulle lapidi al cimitero.
Era solo ieri. Ma il tempo è volato.

Come tutto è complicato, come per ogni cosa si polemizza, come non ci sono più i bei discorsi a viso aperto.
Ora si mormora, non si è contenti di nulla... la crisi...

Non si collabora: si lotta.

Però, se ci pensiamo bene: esiste un mese più bello di maggio?

Gabriella