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DOVE OPERIAMO

La scuola materna di Shanto.



Conosciamo


        la municipalità


                di Shanto

 



La municipalità di Shanto.

Shanto è la sede di municipalità e la capitale della contea di Damot Pulasa. Si trova a 12 chilometri dalla strada asfaltata che collega Boditti a Shashamane, collegata con una strada sterrata. I Wolayta sono un gruppo etnico generalmente pacifico e ospitale. I legami con la famiglia e il clan di appartenenza sono forti, rappresentano un retaggio culturale radicato nei secoli. L'assicurazione in caso di bisogno, vecchiaia e malattia, carestia è fondata principalmente sul proprio clan. L'etnologo Remo Chiatti, docente presso l'università di Pittsburg, elenca 112 clan con i propri nomi e livelli d'importanza. Sono specie di società di mutuo soccorso: se uno lavora deve aiutare la famiglia allargata e, in caso di bisogno, può contare su di essa. Non sono tuttavia attenti a chi appartiene ad un clan diverso e in particolare al gruppo denominato Fuga i cui componenti sono considerati intoccabili (fuori casta) evitati da tutti. Si addebitano loro la stregfoneria, lavori di basso valore e vivono in abitazioni fatiscenti e sporche. In realtà costituiscono l'artigianato tradizionale: lavorano l'argilla, forgiano il ferro e conciano le pelli. L'artigianato, un privilegio altrove, è un lavoro disprezzato tra i Wolayta dove i clan nobili, guerrieri, mercanti e gli agricoltori sono in ordine decrescente tenuti in considerazione. I Fuga sono disprezzati tanto che loro stessi hanno perso nel tempo l'autostima e accettano supinamente la percezione comune.

 

Conosciamo il villaggio di Zaimene.

La scuola materna di Shanto.

A 3 chilometri dal centro di Shanto si trova un villaggio, Zaimene, densamente popolato da famiglie che versano in grave povertà. L'accesso all'acqua è difficoltoso, l'enegia elettrica assente. Una marcata mancanza d'igiene, capanne fatiscenti, numerosi bambini vestiti di stracci, pastorelli che pascolano la mucca o le pecore di famiglia, sono le caratteristiche che colpiscono il visitatore. Lo shock nel vedere tanto degrado, nel vedere un'infinità di bambini malnutriti con tutte le malattie di conseguenza a questa condizione, scossero profondamente Antonio e Lina, i nostri nonni friulani, a diventare promotori per la costruzione di una scuola materna dove oltre ad iniziare i bambini all'istruzione e all'igiene si istruissero anche gli adulti, in particolar modo le madri. 

 

Conosciamo la scuola materna.

La scuola materna di Shanto.

Alla fine del 2011, per la costruzione della scuola materna, viene identificata un'area di circa 3.500 metri quadri nel terreno di proprietà della parrocchia, in una zona pianeggiante e costeggiata da una strada sterrata. La zona ècircondata da eucalipti intervallati a capanne di povera gente. Parte della popolazione appartiene al gruppo denominato Fuga, fuori casta, inferiori agli altri e oggetto di pregiudizi. Un motivo in più per farli uscire dalla stigmatizzazione di cui soffrono. I Medici dell'Alto Adige per il Mondo, si prendono in carico il progetto e nel marzo del 2012 iniziano i lavori di costruzione. Il 12 febbraio 2013 si è svolta la cerimonia di inaugurazione della struttura che ospiterà circa 200 bambini. L'istruzione segue il Metodo Montessori.
La nostra associazione si è impegnata per 5 anni al sostegno della refezione, donando un pasto completo a tutti i bambini, sostanzioso e variato per una dieta adeguata. Per molti bambini è l'unico pasto  completo. Uno dei motivi che hanno spinto i nostri amici a costruire la scuola materna in questo sobborgo di Shanto, fu proprio il desiderio di fornire una mensa dignitosa a tanti bambini affamati.
Con il progetto "Doniamo gioia", la nostra associazione ha donato per la sistemazione dell'area giochi esterna: uno scivolo, un'altalena doppia, una giostrina a girotondo e un dondolo a bilico costruiti presso l'officina di meccanica generale della Missione di Konto

 

 

La scuola di Sura Koyo.



Conosciamo


        la municipalità


                di Sura Koyo

 



La municipalità di Sura Koyo.

Sura Koyo è una municipalità della contea di Damot Weyide a dieci chilometri dalla città di Bedessa, capoluogo della contea. Si trova al nord della contea e all'angolo di tre contee: Damot Weyide, Sodo Zuria con la città di SOddo a 13 chilometri, Damot Gale con la città di Boditti a 12 chilometri
La municipalità e il territorio adiacente sono caratterizzati da estrema povertà dovuta principalmente alla mancanza d'acqua e alle conseguenti malattie derivanti dalle scarse pratiche igieniche. E' una zona di forte emigrazione verso Soddo e Boditti come prima meta, e poi verso Addis Abeba, Hawassa e altre città. Non ci sono notizie di Wolayta che abbiano intrapreso la rotta di immigrazioni clandestine, probabilmente a ragione della loro povertà e dell'impossibilità di racimolare l'ingente costo richiesto dai trafficanti. E' in corso il completamento di una strada asfaltata che collegherà l'attuale arteria Soddo-Boditti-Shashamane a Badessa e ad Hawassa. Permetterà così di accorciare di 60 chilometri il tragitto alla capitale dello stato del sud. La nuova strada passerà a poca distanza dalle scuole e si spera che in futuro possa dare un'impulso all'economia della zona.

 

Conosciamo le scuole di Sura Koyo.

Allievi della scuola di Sura Koyo.

La scuola elementare nel primo ciclo conta 645 bambini, nel secondo ciclo 495, per un totale di 1.140. L'abbandono scolastico registra il 30% di drop out dal primo al secondo ciclo. La scuola è in pessime condizioni, con tradizionali costruzioni in paglia e fango che mostrano i segni della decadenza, muri danneggiati, pavimento in terra battuta, aule spoglie, banchi in rovina, tanti bambini scalzi e senza divisa ma... con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di imparare. I bambini provengono per la maggior parte da Sura Koyo e un buon numero dalle municipalità vicine: Mayo Koote, Toro Wolisho, KindoKoyo e Adedawe Mondaja.
La nuova scuola superiore in fase di costruzione ospiterà in tutto 800 allievi. Il primo step con 12 aule, 2 uffici e una biblioteca, è in fase di completamento. Il secondo step di costruzione, con uffici e laboratori, al momento non risulta ancora finanziato.
La nostra associazione si è impegnata alla costruzione dell'impianto di fornitura dell'acqua, sia con i collegamenti interrati fino all'allacciamento dell'acquedotto governativo, sia con il posizionamento di cisterne per la raccolta dell'acqua piovana all'interno delle due scuole 

 

Missione di Konto - La struttura che ospita i frati.



Conosciamo


        la missione


                di Konto



La città di Soddo.

Soddo, come molte città africane, è il punto d’arrivo di numerosi immigrati in situazioni disperate, che provengono dalle zone rurali dell’Etiopia. Colpita da un’immigrazione che non riesce a sostenere, la città dimostra tutte le sue debolezze: furti, bambini di strada, prostituzione, mancanza di strutture sanitarie, analfabetismo e diffusione dell’hiv/aids.

Lungo questa catena sociale, le donne rimangono purtroppo l’anello più debole, ed è proprio per questo motivo che nella missione di Konto, un sobborgo di Soddo, viene avvantaggiata la formazione professionale e l’istruzione femminile, in modo che le donne prendano coscienza delle proprie potenzialità. Le ragazze di oggi, in futuro saranno mamme più attente agli ideali di giustizia, uguaglianza, cura dell’igiene, educazione dei figli e maternità responsabile.

Un’istruzione di qualità promuove il funzionamento delle istituzioni pubbliche, l’artigianato, l’imprenditoria, lo sviluppo sociale, il turismo, la democrazia e la coscienza civile.

Missione di Konto - La zona produttiva.

La missione di Konto.

All’interno della missione, gestita dai frati cappuccini, vi sono la scuola materna, la scuola femminile, la scuola di arti e mestieri e la zona produttiva. Ogni giorno, più di 1000 persone tra studenti ed operatori entrano nella missione. Il pozzo per l’acqua potabile è stato costruito di recente. La fornitura dell’acqua è stata estesa al vicino villaggio, e ora, centinaia di famiglie possono avere accesso all’acqua pulita. Durante i fine settimana, le docce vicino al campo di calcio sono disponibili per l’igiene di ragazzi e bambini delle vicinanze.


La scuola femminile "Abba Pascal".
Missione di Konto - Abba Pascal Girl's School.

La scuola femminile “Abba Pascal”, rappresenta una speranza per il futuro della società. L’istruzione infatti, prevede non solo gli aspetti prettamente culturali, ma anche quelli igienico sanitari, i rapporti tra i due sessi, la libertà di espressione, la consapevolezza della propria dignità, dei propri diritti e, conseguentemente, delle pari opportunità. Questo progetto si pone in antitesi alla situazione scolastica in essere, e come contributo al riscatto della condizione femminile. La scuola garantisce l’istruzione fino al 10° grado. Secondo i programmi governativi, dopo il 10° grado si può scegliere il proseguimento dell’istruzione ai due anni propedeutici all’università o all’accesso alle scuole professionali.

E’ evidente che il superamento dei problemi che affliggono le popolazioni dell’Africa sub-sahariana non può basarsi su interventi puramente assistenziali, ma bensì su investimenti produttivi e sulla creazione di scuole e centri di formazione qualitativamente alla pari con quelli europei. Solo così la futura generazione supererà lo stato di dipendenza e il senso di inferiorità diffuso nei confronti dell’occidente. L’istruzione di qualità promuoverà le istituzioni pubbliche, le imprese produttive, la democrazia, la coscienza civile, e fermerà lo sfruttamento di signori locali incoraggiati dalla globalizzazione selvaggia.

All’interno della scuola femminile "Abba Pascal”, le studentesse frequentano tre cicli di studi:

  • Primo ciclo di studi (scuola elementare), dal primo al quarto grado;
  • Secondo ciclo di studi (scuola media), dal quinto all’ottavo grado;
  • High School (scuola superiore), dal nono al decimo grado.

Per incoraggiare la frequenza ai corsi e creare entusiasmo, sono state inserite diverse attività extra orario scolastico. Le ragazze si fermano alla fine delle lezioni, dalle 14.45 alle 17.00, per svolgere le seguenti attività:

Missione di Konto - L'edificio centrale dell'Abba Pascal Girl's School.
  • Lezioni di recupero scolastico;
  • Lezioni d’approfondimento;
  • Informatica;
  • Cucito e ricamo;
  • Visione di film in lingua inglese;
  • Igiene (pulizia delle aule, lavanderia e docce);
  • Sport.

Missione di Konto - Studentesse dell'Abba Pascal Girl's School.



La didattica.

Negli ultimi anni sono stati riscontrati risultati molto positivi da punto di vista didattico, tutte le studentesse dell’ultimo anno, agli esami statali che si svolgono in ambienti esterni alla scuola, hanno ottenuto risultati incoraggianti, e tutte sono state promosse con ottimi voti.



La lingua inglese.
Nella scuola l’insegnamento è condotto in lingua inglese, per agevolare l’accesso al mondo del lavoro. In Etiopia, ogni gruppo etnico può insegnare nella propria lingua per salvaguardare le tradizioni, tuttavia, gli studenti delle zone rurali che emigrano altrove, incontrano difficoltà enormi nel comunicare con gli altri, poiché anche se l’Amarico è l’idioma nazionale, non è la lingua principale in tutte le scuole. In Etiopia, vi sono ben 82 lingue conosciute! Le famiglie più abbienti, mandano i loro figli in scuole private molto costose ad Addis Ababa, nelle quali si insegna la lingua inglese. Il direttivo della scuola, ritiene che le ragazze dell'Abba Pascal Girl's School, sebbene provengano da famiglie povere, debbano avere le stesse opportunità degli altri ragazzi, anzi, dovrebbero essere favorite, proprio per dar loro la possibilità di uscire dallo stato di povertà.

La scuola di arti e mestieri "Abba Pascal".Missione di Konto - La scuola di arti e mestieri.

Negli ultimi anni, oltre ai già esistenti laboratori di falegnameria, meccanica d'auto, carrozzeria, informatica e lavorazione del ferro, si sono aggiunti anche quelli per idraulici ed elettricisti. La formazione professionale, secondo i programmi ministeriali, ha subito un cambiamento radicale in Etiopia. Il nuovo curricolo mira ad alti livelli di professionalità, e richiede la durata di almeno tre anni per ogni corso. Sono previsti, a breve, gli inserimenti di nuovi macchinari e l’arrivo di istruttori d’alto livello professionale. Gli studenti di questa scuola, hanno il vantaggio di apprendere e praticare la professione in laboratori funzionanti, cooperando con professionisti e realizzando opere importanti e d’utilità per l’istituzione.

Conosciamo l'Eritreabandiera_eritrea

L'Eritrea prende il nome dalla parola greca "Erythraìa", che significa "Rosso", con riferimento al mare su cui si affaccia.
La popolazione, per un terzo cristiana e per due terzi musulmana, è composta da nove etnie.
E' diventata colonia italiana nel 1885, ma dopo la seconda guerra mondiale l'Etiopia volle annettersela, rifiutandole anche l'autonomia. L'occupazione etiopica costò 30 anni di guerra, 350.000 morti etiopi e 50.000 morti fra i guerriglieri, con decine di migliaia di invalidi e di orfani. I problemi più urgenti sono stati il reinserimento dei combattenti nella vita civile, e il ritorno di mezzo milione di profughi. Un nuovo conflitto con l'Etiopia, è scoppiato per il possesso di un triangolo di deserto nell'interno, che in un anno è costato 45.000 morti.
Poco piu' del 5% del territorio è coltivato, quasi il 70% è a pascolo, le industrie sono piccole. Il turismo potrebbe svilupparsi, in condizioni di pace, specie per molti italiani.
Per la ricostruzione sono importantissime le rimesse degli emigrati, molti dei quali hanno trovato una nuova vita in Italia.
Le principali città sono la capitale Asmara, posta a 2.437 metri di altitudine sull' altopiano, e Massaua, con il suo importante porto sulla costa caldissima.
cartina_eritreaL’ambiente naturale dell’Eritrea soffre di frequenti siccità, oltre che degli effetti di una guerra d’indipendenza durata decenni e conclusasi nel 1993. Solo il 60% della popolazione ha accesso all’acqua potabile, e il 9% dispone di servizi igienici. Gran parte della foresta è stata distrutta per ricavarne legna da ardere.
Le lingue ufficiali sono il tigrino e l’arabo, ma è diffuso anche l’italiano. Circa la metà degli abitanti professa il cristianesimo copto e parla il tigrino, mentre l’altra metà è divisa in numerosi gruppi etnici, ed è costituita da musulmani.
Nonostante la grande diversità etnica, gli scontri tra i differenti gruppi non ha mai causato seri problemi, poiché gli eritrei sono rimasti uniti dalla comune opposizione al dominio etiopico.
La situazione interna del paese rende difficoltosa l’istruzione. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è del 55,7%.
In Eritrea, le risorse agricole rappresentano la fonte di sussistenza primaria per la maggioranza della popolazione. Nella regione dell’altopiano e nelle aree nordoccidentali del paese, dove le precipitazioni lo permettono, viene praticata prevalentemente l’agricoltura, mentre nelle pianure costiere e nelle zone aride sudorientali, la popolazione è dedita soprattutto alla pastorizia.
Il paese è oggi afflitto da ricorrenti siccità, dalla precaria situazione economica e dall’irrigidimento del suo regime politico. Nel 2001 si è definitivamente interrotto il cauto processo di democratizzazione, avviato dopo l’indipendenza dal presidente Afeworki, sono stati allontanati dai posti di responsabilità tutti i riformisti, molti dei quali sono stati arrestati o sono scomparsi nel nulla. Afeworki ha imposto un controllo totalitario sul paese, facendo arrestare migliaia di oppositori. Non si sono peraltro risolte le dispute territoriali con l’Etiopia, e i due governi continuano ad alimentare, a fini interni, un conflitto nazionalista che potrebbe sfociare in una nuova guerra.

Conosciamo la regione del Gash Barkagash-barka
E’ la regione più vasta dell’Eritrea, geograficamente collocata al confine con Etiopia e Sudan. E' divisa in 14 province e conta ben 680 villaggi.
Il capoluogo della regione è Barentù, dove ha sede l’Eparchia guidata da Monsignor Thomas Osman, vescovo cappuccino, con cui collaboriamo da anni ed a cui siamo legati da un profonda amicizia.
La popolazione raggiunge 513.000 unità e comprende otto delle nove etnie eritree.
Circa l’85% degli abitanti vive di agricoltura, la regione del Gash Barka è potenzialmente la più fertile e ricca dell’Eritrea.
Le condizioni climatiche della regione sono difficili, perché vedono l’alternarsi di lunghi periodi di siccità, ad abbondandi piogge che causano pericolosi innalzamenti del livello dei corsi d’acqua.
bambina_kunamaNel Gash Barka è iniziata, nel settembre del 1961, la guerra di liberazione eritrea; per trent’anni la regione è stato campo di battaglia fra le truppe etiopiche e l’esercito di liberazione. Il conflitto ha distrutto le infrastrutture esistenti, e ha impedito il suo sviluppo socio economico.
Anche durante l’ultimo conflitto con l’Etiopia (dal maggio 1998 al dicembre 2009), ladonna_nara regione è stata teatro di duri combattimenti. Nel corso della terza offensiva, nel maggio 2000, una larga parte del territorio è stato occupato dall’esercito nemico, che è arrivato fino a Barentù. L’intero territorio è stato devastato, gli edifici distrutti o pesantemente danneggiati, mentre la maggior parte dei servizi di pubblica utilità (scuole, ospedali e impianti idrici) sono stati resi inservibili. La vita economica dell’intera area è stata ridotta, ancora una volta, ai minimi termini; per tre anni i campi non sono stati seminati, gli animali sono stati rubati o uccisi, gli attrezzi rubati, le strutture produttive distrutte o saccheggiate.
A seguito degli accordi di pace, Barentù e tutto il territorio che si estende tra il fiume Barka ed il vecchio confine con l’Etiopia, sono passati sotto l’amministrazione ed il controllo delle Nazioni Unite come parte della cosiddetta “Temporary Security Zone”.

Conosciamo i Kunama e i Nara
Due differenti gruppi, i Kunama e i Nara, vivono nella regione del Gash Barka, nel bassopiano occidentale al confine con il Sudan e l’Etiopia.
Si pensa che i Kunama siano i primi abitanti di questo territorio.ragazzo_kunama Sono principalmente contadini, che coltivano la terra con semplici vanghe; praticano anche la caccia. La loro principale fonte di sostentamento è il bestiame, che dà ricchezza e prestigio. La società Kunama è democratica. I vecchi che godono di alta considerazione, prendono le decisioni più importanti, dopo infinite discussioni sotto gli alberi ombrosi.
La struttura sociale dei Kunama è matriarcale, uomini e donne giovani socializzano senza restrinzioni. I ragazzi adolescenti sono soggetti a riti d’iniziazione, e durante questo periodo studiano le tecniche della caccia. Una volta diventati uomini, sono considerati completamente liberi, anche di di scegliersi da soli le loro spose.
ballo_kunama
La vita sociale è molto intensa, e questo spiega perché ai Kunama non piace stare lontani da casa.
Gran parte delle coltivazioni sono gestite dalla collettività, e una volta finito il lavoro giornaliero, si rilassano cantando e danzando.
I Kunama sono rinomati danzatori, ed hanno sviluppato più di 25 tipi di danze.
Spesso, queste danze sono rappresentazioni di eventi storici.
ragazza_nara


I Nara, in origine hanno avuto una cultura simile a quella dei Kunama, e la loro base economica, agricoltura mista con un spiccato interesse per il bestiame, rimase uguale. A metà del 1800 gli egiziani li convertirono all’Islam, e la struttura familiare passò da matriarcale a patriarcale. Per migliaia di anni, l’Eritrea è stata un punto di fusione di migranti provenienti dall’Arabia.

Mogolò Health Center - La struttura.



Conosciamo


        Il Mini Hospital


                di Mogolò

 



Il villaggio di Mogolò.

 

Mogolò è il centro delle popolazioni Nara, una delle nove etnie che compongono la popolazione dell’Eritrea, ed è capoluogo del distretto. Il livello socioeconomico è molto basso, e la zona terribilmente malarica. La popolazione vive di agricoltura e pastorizia. Fino all’Indipendenza del paese (1993), questa è stata un’area priva di qualunque assistenza sociale, sia scolastica che sanitaria, e per questo motivo la diocesi di Barentù, subito dopo l’Indipendenza, decise di costruire qui il centro sanitario che attualmente fa da riferimento per altri 26 villaggi della zona. L’Eritrea è al quinto posto tra i paesi più poveri del mondo, con un reddito pro-capite annuo di 120 euro.

Ecco alcuni dati importanti, che illustrano la situazione del paese:

Mogolò Health Center - La farmacia.

  • Popolazione: 4.000.000;
  • Urbana: 19,5%;
  • Rurale: 80,5%;
  • Aspettativa di vita: 52,7 anni;
  • Alfabetizzazione: 56,7%;
  • Popolazione malnutrita: 61%;
  • Neonati sottopeso alla nascita: 21%;
  • Bambini sottopeso: (inf. 5 anni): 44%;
  • Mortalità infantile (inf. 5 anni): 89 per mille;
  • Medici per 100.000 persone: 5;
  • Accesso all'acqua potabile: 35%.

Mogolò Health Center - L'equipe sanitaria.


La diocesi di Barentù.

La diocesi di Barentù, di cui il villaggio di Mogolò fà parte, opera a sostegno della popolazione anche attraverso progetti di carattere sanitario, e in particolare ha realizzato e gestisce due Health Stations a Bimbilna e Engherne, per le patologie più semplici, e un Health Center (o centro sanitario) a Mogolò.





Il Mini Hospital.

Mogolò Health Center - In attesa presso l'ambulatorio.

Questo centro, in precedenza Health Center e dal 2016 "promosso" a Mini Hospital, svolge una funzione di primaria importanza, il servizio sempre più qualificato richiama moltissima gente, infatti non si limita al servizio sanitario inteso come cura e assistenza degli ammalati, ma opera sul territorio, promuovendo la formazione sanitaria mediante l’impiego del proprio personale, nel rispetto delle diverse specializzazioni: puericultura, igiene, profilassi antimalarica, pronto soccorso, maternità.
La struttura dispone di una trentina di posti letto per i degenti, nel 2006 ha effettuato visite a 16.551 pazienti, di cui il 50% provenienti da villaggi non compresi nel distretto a cui appartiene il centro sanitario; questo fatto è dovuto alla carenza di strutture mediche, ma anche alla qualità del servizio che i malati sanno di poter trovare in questo centro. Mogolò Health Center - Giovane donna in attesa presso l'ambulatorio.

Le principali attività svolte dal centro riguardano:

  • Prevenzione di malattie;
  • Prevenzione della malnutrizione;
  • Programma di monitoraggio della crescita dei bambini;
  • Programma di immunizzazione;
  • Assistenza pre e post parto;
  • Educazione sanitaria;
  • Servizi di cure mediche.

Mogolò Health Center - Una mamma con il suo bambino.





La degenza è prevista soprattutto per casi complicati di malaria, polmonite e complicazioni in stato di gravidanza, mentre per quanto riguarda i bambini al di sotto dei 5 anni, i più sono stati ricoverati per severa malnutrizione, malaria, polmonite, diarrea, disidratazione e infezioni batteriche acute. In questo periodo il livello di denutrizione è molto alto nella zona, a causa della carestia che sta affliggendo il paese, e l’Health Center di Mogolò sta seguendo circa 500 bambini afflitti da denutrizione, fornendo loro mensilmente olio, zucchero, DMK e biscotti acquistati in loco. I bambini vengono monitorati per un periodo di 6 mesi e, nei casi più gravi, vengono ricoverati nel centro sanitario.


Guarda qui sotto alcune immagini del Mini Hospital:
 

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