logo sito internet.jpg

BLOG

In Africa

 


Un'unica grande famiglia

 

  

Tra le sensazioni che ci hanno accompagnato in questi mesi di prova vi è stata la percezione della nostra impotenza: un male subdolo e sconosciuto ha condizionato la vita dell’intera umanità e ha visto scienziati e politici spesso privi di bussola.

Una cosa però dovremo ricordare di questo periodo: chi si è assunto il compito di curare, di farsi carico di chi, colpito dal virus, non solo ha sperimentato una pesante sofferenza, e in molti casi la morte, ma anche la solitudine e l’impossibilità di contatto con le persone a lui care.

Penso ai tanti operatori sanitari, ai tanti volontari… e accanto a loro tanti gesti di solidarietà, non ultimi i contributi finanziari che molti hanno offerto per affrontare l’emergenza sanitaria e i numerosi disagi economici che il blocco ha arrecato a tante famiglie.

Nello stesso tempo la nostra finestra è aperta al mondo intero e ci giungono di continuo le richieste dai paesi dove operano i nostri Missionari. Paesi che non hanno sistemi sanitari adeguati, oltre che essere gravati da problematiche economiche e sociali.

E’ il momento della solidarietà: con chi accanto a noi sta vivendo la difficoltà di sostenere la propria famiglia e con chi, pur lontano da noi, sappiamo fa parte di un’unica famiglia, quindi anche lui nostro fratello o sorella che ci tende la mano.

Forse rischiamo anche noi di avere solo pochi pani e pochi pesci, ma sappiamo che Colui che è il pane della Vita, è in grado, con la sua benedizione, di sfamare con quel poco anche le folle.

                                 (don Flavio Della Vecchia)

In Africa

 


Nel caos della città

abbiamo bisogno

di oasi di silenzio

   

Avere degli spazi di silenzio non vuol dire per forza essere in un luogo senza rumori o distrazioni: occorre sintonizzarsi con quel luogo interiore che permette in qualsiasi situazione di essere in pace.
Si possono ritagliare degli spazi di silenzio nelle nostre giornate scegliendo di togliere dalle nostre agende degli appuntamenti per sostare e magari pregare. La preghiera è ascolto e l’ascolto ha bisogno di tempo, non di orecchie ma di cuore.
Viviamo un ritmo di vita superiore alle nostre possibilità, dalla ipercomunicazione alla “velocità” che ci circonda. In questo turbinio l’essere umano si perde, le ferite diventano voragini da riempire per trovare un senso. Invece si può arrivare a casa, spegnere il telefono, dedicare la propria presenza alla famiglia o anche a se stessi.
Nel silenzio si assaporano sguardi e gesti. Abbiamo bisogno di rimettere al primo posto le situazioni che ci fanno bene e nutrono. Ad esempio un ottimo esercizio è quello di svegliarsi mezz’ora prima per una buona lettura. In questa ottica riscopriremo il piacere della convivialità, la TV lascerà il posto alla tavola imbandita e ai sorrisi e il cellulare lascerà il posto agli sguardi e agli abbracci.
Il silenzio non sarà più d’imbarazzo ma carico di amore e di legami.

                                 (da 'Credere' n. 31)

 

Si lavora per la riapertura

 



Si lavora per

    la riapertura...

 

 

 

Il mese di maggio è ormai iniziato ma, purtroppo, quest’anno non è stato possibile per la nostra Associazione organizzare il consueto evento primaverile, né attuare la campagna di raccolta fondi pasquale.

Il Coronavirus ci ha costretti a chiuderci in casa è vero, ma non ha bloccato la nostra attività che continua sia sul territorio di Bollate, con la nostra partecipazione concreta ad alcune iniziative di carattere sociale per dare aiuto a chi è in particolare difficoltà, sia in Africa.

In Italia stiamo dando sostegno ad una mamma ed ai suoi quattro figli dopo la prematura scomparsa del capofamiglia a causa del Covid e alla sezione SEO di Bollate.

In Etiopia, sono allo studio nuovi progetti, mentre proseguono i completamenti di quelli già in corso.

In Eritrea purtroppo vista la situazione politica attuale, siamo stati costretti a sospendere tutti i progetti e i sostegni in corso, in attesa di una visita di Mons. Thomas Osman che ci illustri nel dettaglio come possibile procedere negli aiuti.

Speriamo in tempi migliori.

Il Covid19 ci ha trovato tutti impreparati nell’affrontare una simile emergenza sanitaria ma non certo rinunciatari nel proseguo del nostro lavoro.

Un arrivederci a presto

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

In Africa

 

 




In Africa

 

 

 

In Africa non ci sono terapie intensive.
In Africa non ci sono grandi scienziati.
In Africa non ci sono farmaci sperimentali.
In Africa non c'è  l’Amuchina e nemmeno l'acqua per lavarsi.
In Africa non ci sono tamponi per controllare la pandemia.
In Africa non ci sono ne anestesisti e nemmeno rianimatori.
In Africa non ci sono medicine.
In Africa non c'è nemmeno il pane per sfamarsi, figuriamoci una mascherina.
Invece da noi oggi, crollano tutte le certezze dell’era del benessere infinito.
Della salita inarrestabile degli indici.
Delle vacanze perenni.
Delle navi da crociera-grattacieli.
Del consumo vorace di tutto.
Dai social media alle serie di Netflix.
Dal cibo gourmet ai selfie davanti alle opere d’arte.
Abbiamo costruito un Mondo meschino, misero, dove c'è chi ha troppo e chi non ha niente, ma ve lo dico sinceramente, un Mondo che ha la metà della popolazione, che non ha gli stessi diritti dell'altra metà, non può assolutamente crescere, nemmeno progredire.

(dal web)

Chi c'è online

Abbiamo 223 visitatori e nessun utente online

Mappa Visitatori

Calendario Attività

Luglio 2019
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Newsletter

Privacy e Termini di Utilizzo

Archivio Newsletter

Collaborano con noi

Piede_4.jpg

Questo sito utilizza cookie per rendere migliore la navigazione e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione "PRIVACY e COOKIE POLICY". "PRIVACY e COOKIE POLICY"