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La gioia di donarsi

 




La gioia di donarsi

   

 

 

 

L’impegno dell’evangelizzazione arricchisce la mente e il cuore, ci apre orizzonti spirituali, ci rende più sensibili per riconoscere l’azione dello Spirito, ci fa uscire dai nostri schemi spirituali limitati.

Contemporaneamente, un missionario pienamente dedito al suo lavoro sperimenta il piacere di essere una sorgente, che tracima e rinfresca gli altri. Può essere missionario solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri.

Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché “si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35).

Non si vive meglio fuggendo dagli altri, nascondendosi, negandosi alla condivisione, se si resiste a dare, se ci si rinchiude nella comodità. Ciò non è altro che un lento suicidio.

                                                        (da Francesco – il mio breviario)

Per chi?

 


Per chi?

   

 


Una storia ebraica narra di un rabbino saggio e timorato di Dio che, una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire per la strada a fare una passeggiata distensiva.

Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere.

Per chi cammini tu?” chiese il rabbino incuriosito.

Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino: “E tu, per chi cammini?

Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore del rabbino.

E tu, per chi cammini? Per chi sono tutti i tuoi passi e gli affanni di questa giornata? Per chi vivi?

Puoi vivere solo per qualcuno. Ad ogni passo, oggi, ripeti il suo nome. Mai avrai avuto una giornata più leggera.

                                           (Da “365 piccole storie per l’anima” di Bruno Ferrero)

L'orologio

 


Il Seme della Speranza

in tutti noi

   

 

Il periodo storico che stiamo vivendo ci pone tanti interrogativi.

Chi avrebbe mai immaginato un tale flagello che sta annullando il nostro mondo, fatto di abitudini più o meno consolidate, di piccole e grandi cose della nostra vita?

Tanti intorno a noi ci hanno lasciato. In silenzio e in solitudine. E questo aumenta ancora di più il senso di vuoto, desolazione e sgomento.

Ci eravamo promessi tante cose. Di tenere duro, di rinascere migliori da questa esperienza...

Ora delusi, preoccupati e timorosi lo spirito viene un po’ meno.

E’ il momento giusto per rialzare la testa. Per non farci travolgere dal “lockdown” bensì cominciare a pensare ad un nuovo “lockdown”.

Ricominciare a pensare agli ultimi, a quelli che sono abbandonati, senza mezzi, con una vita dura che lascia poco spazio all’idea di futuro.

In Africa, ma anche qui. I nostri vicini che per pudore o per non disturbare non osano chiedere. Facciamo sentire che ci siamo. Usiamo tutto il possibile: una parola buona, un gesto, un aiuto. Non richiudiamoci in un egoismo sterile. Facciamo germogliare il seme della speranza.

La nostra Associazione propone un Natale di solidarietà. Ci metteremo l’impegno, come sempre, sperando di riuscire a realizzare quanto ci siamo proposti, contattate i nostri volontari che vi spiegheranno tutto quello che abbiamo in cantiere.

Sappiamo che sarete ancora al nostro fianco, come sempre. E come sempre vi giunga un grandissimo GRAZIE di cuore.

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Chiusura totale

 


Lo scopo della lettura

   

 


Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”.
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito
No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito
Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume
Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

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