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La voce



La voce


Sono qui davanti alla TV e mi sto riprendendo dall’anestesia che mi hanno propinato i media e il sistema.

Questa sera c’è la mega finale di calcio a Kiev.

Kiev: ricordate l'ex premier ucraina, Yulia Timoscenko in carcere per motivi politici? Avete visto le immagini carpite da qualche rarissimo giornalista delle azioni governative che ammazzano con iniezioni gli animali nei parchi della città? Che trascinano via i senza tetto? Avete sentito parlare della gravissima crisi di povertà assoluta in cui versano le popolazioni dell’Ucraina?

Eppure tutti zitti: c’è la finale del torneo europeo. Appena spenti i riflettori torneranno tutte le miserie e le sopraffazioni .

Qualche badante ucraina ci racconterà un’altra storia, una realtà che nessuno ha visto perché obnubilati dai latrati calcistici e forse non ci crederemo: abbiamo visto una città di plastica con il popolo murato dietro le transenne .

Anche la Polonia altro teatrino di questi campionati europei, con i suoi ricordi dolorosi dietro l’angolo. . La Polonia che conserva ancora troppo vivi questi ricordi del dopo guerra e della cortina di ferro….

I nostri calciatori miliardari hanno pianto lacrime di coccodrillo sulla soglia di Auschwitz Birkenau .Ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi, qualche anno fa. Di sentire con le mie orecchie i racconti della gente. Di vedere le devastazioni ancora vive nelle città e nei cuori .

Cerchiamo di guardare al di la’ della TV: alziamo le antenne, una volta per tutte.

I popoli oppressi dell’Europa e dell’Africa ci guardano e non tarderanno a giudicarci: quale sarà il loro verdetto?

                                                                                                                                                 Gabriella

I piccoli campioni scalzi dell'Africa



I piccoli campioni scalzi dell'Africa


Ci sono le infinite storie quotidiane di ragazzini che, nei posti più disparati dell'Africa, tirano calci a un pallone, sognando di diventare un campione.
Lo sport ha un grosso pregio: tiene i bambini ed i ragazzi lontano dalla strada, dove possono incontrare cattive compagnie, ritrovandosi poi a rubare o a compiere atti criminali.

In molti angoli dell'Africa, miseria e degrado fanno crescere troppo in fretta. La necessità aguzza l'ingegno ed espone allo sfruttamento. Moltissimi minori, bambini e bambine, ne sono vittime, nell'agricoltura come nei lavori domestici, nei piccoli commerci come nella prostituzione, allora lo sport ed il calcio in particolare, può diventare uno strumento di svago e di educazione, di affermazione dei propri diritti, di capacità di stare insieme, la strada per un futuro migliore.

Le esperienze positive si sprecano in Africa; la maggior parte appartengono così intimamente e spontaneamente alla vita di questi ragazzi, da passare praticamente inosservate. Li vedi giocare ovunque, a volte nei posti più improbabili, in una piazza, nel deserto o al limitare della foresta. Con quella passione e quel trasporto che cancella tutto il resto: in quel momento sembra non esistere nient'altro.
Lo sa bene chi si occupa di sport ed educazione, basti pensare alla decennale storia del C.S.I. in Italia, nato con questo spirito nel lontano 1944, eppure sempre da riscoprire.

In Africa ci stanno investendo seriamente  ormai da diversi anni, molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. Grazie alla Football League, molti bambini e giovani possono sfidarsi, divertirsi, imparare a vincere e a perdere, impegnarsi per un obiettivo comune, allenarsi per migliorarsi. Figura chiave in tutto questo processo è quella dell'allenatore. Come sempre, la scelta delle persone è fondamentale: durante gli allenamenti, infatti, i coach hanno l'arduo compito di non limitarsi a mettere un pallone in mezzo al campo, ma devono proporsi come modelli positivi da seguire, offrendo loro, in maniera ludica, le informazioni necessarie per una scelta consapevole per il loro futuro. Si tratta di un approccio olistico, che prevede la diretta partecipazione dei bambini, molti dei quali vengono da situazioni di povertà estrema.

Insomma, il calcio viene usato come collante per attrarre i giovani e per raggiungere obiettivi non solo sportivi. In quest'ultimo decennio, i valori fondamentali dello sport sono stati riconosciuti anche dalla comunità internazionale, come fattori molto importanti per la costruzione di una società civile più forte. Anche le Nazioni Unite, le grandi organizzazioni sportive e di cooperazione, governi e università, stanno creando nuove forme di collaborazione tra enti e istituzioni, che condividono l'obiettivo di dare una chance di educazione in più ai giovani.

In questa esperienza, si è inserito nel 2001 il progetto di Inter Campus, finalizzato alla formazione tecnica di allenatori, secondo metodologie pedagogiche e all'integrazione sociale di bambini di aree isolate ed emarginate.
Enrico e Tiziana hanno visto sfilare sul campo di San Siro, i ragazzini partecipanti alla prima Coppa del Mondo Inter Campus, ed è stata una grandissima emozione vedere fra gli altri, bambini israeliani e palestinesi, fare il giro del campo tenendosi per mano. Questa competizione ha radunato in Toscana oltre trecento bambini provenienti da diciannove Paesi.

E’ impressionante vedere la voglia di giocare che c’è nei loro occhi, non hanno niente, ma sportivamente hanno tutto. Questo dovrebbe essere di esempio ai nostri ragazzi, per capire il valore vero delle cose.

Grazie alla grande sensibilità di F.C. Internazionale, il 6 maggio 2011, sono stati donati a Gabriella e Tiziana da Francesco Toldo, 10 kit completi di calcio, che sono stati consegnati da Tiziana ed Enrico alla missione di Konto in Etiopia, durante la loro esperienza di volontariato dell’Agosto 2011.

“Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.”
                                                                                                                                    (Jorge Luis Borges)

 

Marta

Marta

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. ….. (Lc 10,38-42)

Ricordo che, quando eravamo più giovani mons. Sala nel commentare questo Vangelo disse: “Maria avrà anche preso la parte migliore ma se non c’era Marta a fare il risotto…………….”

Tu, cara Marta, sei sempre sorridente, attenta ai bisogni e ai desideri di tutti. Ci accogli con gioia nella tua casa e ci fai sentire a nostro agio.

Il tuo impegno costante e la tua dedizione nel contribuire alla realizzazione di nostri progetti è di esempio.

Non riusciamo ad immaginarti seduta con le mani in mano!

Grazie di cuore.

Gli Amici de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Riflessioni: 20 giugno 2012



Riflessioni: 20 giugno 2012


Vagando qua e la’ col pensiero nella calura estiva di questo pomeriggio di giugno, viene spontaneo pensare a quel lontano/vicino 20 gennaio.

La nostra Associazione è nata da un’ idea che aveva lo scopo preciso di non abbandonare i nostri, laggiù in Etiopia ed Eritrea. “Non molliamo” ci siamo detti guardandoci negli occhi ”mettiamo le nostre pochezze al servizio della Provvidenza”.

L’aiuto e l’incoraggiamento di tanti non si è fatto attendere.

L’Africa è un continente immenso e se guardiamo la carta geografica, Etiopia ed Eritrea sono solo due forme geometriche colorate. Ma per noi che guardiamo col cuore è importante poter alleviare e dare una speranza seppur piccola.

Ci affidiamo a Gesù perché sappiamo che solo Lui ha la capacità di moltiplicare i nostri 5 pani e 2 pesci attraverso le mani operose dei Missionari.

Come suggerito anche dalle Letture di domenica cerchiamo di metterci al servizio di tutti con tre qualità essenziali:
fedeltà: ai nostri impegni
gratitudine: verso Dio che ci da la forza e la capacità di lavorare
speranza: per noi e per i fratelli

Festeggiamo con questo augurio i nostri primi 5 mesi di vita.

Le attività da svolgere bollono in pentola e richiedono sempre maggior impegno da parte nostra ma anche comprensione e aiuto da parte di tutti voi, amici che ci seguite.

Intanto vi aspettiamo il 30 giugno al Certenotti Cup e l’8 luglio all’Agricola: a presto!

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