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NEWS ed EVENTI

Quando il progresso passa da un libro

 

 

Quando il progresso

passa da un libro

 

 

 

L’Etiopia è uno dei paesi più poveri del mondo e in molte zone rurali, l’accesso all’istruzione è molto difficile. Ci sono ancora molti bambini che non arrivano a completare la scuola primaria, e altri che pur riuscendoci arrivano alla fine senza aver acquisito le competenze di base che gli serviranno per il futuro. Gli interventi de Il Seme della Speranza mirano a migliorare la qualità dell’educazione e la frequenza scolastica dei bambini attraverso la formazione degli insegnanti, il coinvolgimento delle comunità e il supporto economico delle famiglie più povere.
Ad oggi la nostra associazione promuove progetti di costruzione o sostegno in tre scuole nella regione del Wolayta, una delle più povere del Sud Etiopia: l’Abba Pascal School di Konto, la Saint Mary School di Dubbo e la Scuola Superiore di Sura Koyo in fase di completamento.
Il progetto sostenuto dalla Raccolta Fondi Natalizia 2020 è rivolto alla Scuola Superiore di Sura Koyo, dove ci siamo impegnati all’ acquisto di materiale didattico a completamento della biblioteca, dei laboratori di chimica, biologia e dell’aula di informatica.

Il primo step del progetto è completato: il 4 dicembre Antonio Striuli e Frate Aklilu Petros hanno consegnato i libri per la biblioteca.

Grazie al lavoro dei volontari e alla “grande” risposta, anche se in un momento difficile per la nostra nazione, dei tanti benefattori che credono in noi, siamo felici di comunicare che è stato raggiunto il traguardo per il completamento del progetto natalizio, ed è già stato comunicato ai nostri referenti in loco, di provvedere all’acquisto del materiale didattico per i laboratori di chimica, biologia e per l’aula di informatica.

Il dettaglio dei progetti è consultabile direttamente su questo sito nella voce: Progetti Etiopia - In corso.

Ringraziamo di cuore tutti gli amici e i sostenitori della nostra Associazione.

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Guarda qui sotto alcune immagini inviateci da Frate Aklilu Petros:
 

Assemblea dei soci

1 Dicembre 2019

 

 

 Charity Dinner

 

 



E’ sempre bello ritrovarsi fra amici. Meglio ancora se ad unirci è un unico intento come quello di dare speranza!
Stiamo tutti vivendo un periodo di “stanca” su vari fronti e molte realtà ci sembrano lontane. Quindi ci tocca il cuore ritrovarci insieme per Natale scegliendo la solidarietà nei confronti di persone lontane che sentiamo come fratelli cui poter donare qualcosa.
L’atmosfera all’Agricola di Lainate è sempre gioiosa e calda. Inutile soffermarci sui buffet gustosi che conosciamo ormai benissimo. Grazie sempre alla nostra Anna che ci sostiene con generosità!
Per questo Natale abbiamo scelto di devolvere le offerte al progetto per la costruzione di un complesso igienico sanitario presso la scuola “Abba Pascal“ di Konto (Etiopia).
Possiamo immaginare quanto sia importante dare supporti igienici efficienti ai fini di garantire la salute a tutte le ragazze del complesso scolastico. L’istruzione, insieme alla salute e all’alimentazione, è uno dei nostri programmi  primari. Siamo molto sensibili alla scuola femminile perché sappiamo come le donne vengano relegate ai ruoli più miseri dalla mentalità di discriminazione sessuale.
L’educazione è essenziale per il progresso culturale dell’Africa e stiamo cercando di fare il massimo per garantire un futuro migliore a queste ragazze che potranno essere il fulcro del cambiamento per contrastare i terribili viaggi della “sfortuna” verso destini incerti e pericolosi.
Ringraziamo pertanto tutti per la sensibilità e la partecipazione: per noi è importante sapervi al nostro fianco perché ci aiutate a rinnovare quell’entusiasmo essenziale per il proseguimento della nostra attività.
Sereno Natale e buon anno nuovo.

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

 


Domenica 1 Dicembre alle ore 19,00

presso

L'Agricola

Via Rho, 90 - Lainate

si terrà l'evento benefico

"Charity Dinner"

apericena con tagliere di salumi e degustazione di formaggi, sfiziosità dello Chef, risotto alle bollicine di Franciacorta, panettone con brindisi

I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s. sono lieti di invitarti all'evento, che ha come obiettivo la raccolta di fondi da destinare al sostegno del progetto:

"Costruzione Complesso

Igienico Sanitario"

presso la Abba Pascal School
nella Missione di Konto (Soddo) in Etiopia

 

Allestiremo un piccolo

Mercatino di Natale

con tante idee per i tuoi regali solidali

La partecipazione all'evento prevede un'offerta libera a partire da 40 Euro da effettuarsi al momento della prenotazione o effettuando un bonifico con la causale "Progetto Natalizio".

(IBAN:IT66F0503420103000000001010)

Il ricavato sarà completamente devoluto a sostegno del progetto.

E' richiesta la prenotazione entro il 28 Novembre 2019, contattando il proprio volontario di riferimento oppure chiamando Antonella al numero 3391146432 o inviando una e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ti aspettiamo, non mancare, è un'occasione unica per stare in buona compagnia e per compiere un'importante gesto di solidarietà.

 

La Pace è la casa comune

Ringraziamenti di

Fra Mauro Miselli,

Missionari Cappuccini

Musocco


A tutti i volontari de “il seme della speranza”

   Desidero ringraziarvi per la sollecitudine con cui avete risposto all’appello di Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno a sostegno delle famiglie colpite dal terremoto del 2016 che vivono ancora in situazioni disagiate.

Lo faccio con le parole di Papa Francesco:

“A tanti volontari, ai quali va spesso il merito di aver intuito per primi l’importanza di questa attenzione ai poveri, chiedo di crescere nella loro dedizione.                                                                                              Cari fratelli e sorelle, vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarvi alla prima necessità materiale, ma a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, facendovi attenti alla loro cultura e ai loro modi di esprimersi, per poter iniziare un vero dialogo fraterno…… fissiamo lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa. Non dimenticate mai che «la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale».

I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano.                     Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone.                                                                                                     Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo.                                                                                       I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine.                                                                                                    Hanno bisogno di amore, semplicemente …..

I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo.                                                               (Papa Francesco – Messaggio per la giornata del povero 2019)

Grazie di cuore e sempre avanti con passione. Pace e bene.    fra mauro miselli

 

News Eritrea

  

Eritrea news: nazionalizzazioni

in odio alla fede di scuole e

ospedali cattolici.

 

Protestano i vescovi nel Paese africano contro la nazionalizzazione delle scuole cattoliche, che segue quella delle strutture sanitarie: provvedimenti unilaterali del tutto arbitrari. In una Lettera denunciano una strategia persecutoria del governo di Asmara nei confronti della Chiesa. Chiusure, requisizioni e infine statalizzazione di cliniche, ospedali, scuole e istituti di formazione. Un percorso di persecuzione contro le opere della Chiesa cattolica - denunciano i vescovi eritrei - iniziato dal governo di Asmara quasi due anni fa con l’ordine di chiusura della scuola secondaria Santissimo Sacramento del Seminario della capitale. Un’istituzione storica, che nel corso di oltre un secolo ha svolto una rilevante funzione culturale e spirituale, a servizio della Chiesa e del Paese. E’ seguita poi la requisizione di otto strutture sanitarie e la nazionalizzazione di altre ventuno cliniche ed infine il 3 settembre scorso la nazionalizzazione di tre importanti scuole elementari, medie e superiori, gestite dai Fratelli Lassalliani a Cheren e dai Frati Cappuccini ad Addi-Ugri e a Massawa.
La doverosa e legittima protesta dei cattolici: “Su tutti questi provvedimenti – scrivono i presuli in una Lettera inviata al ministro eritreo dell’Istruzione pubblica – formuliamo la nostra doverosa e legittima protesta”. Usano parole vibranti di condanna dell’operato del governo di Asmara i firmatari del documento: Menghisteab Tesfamariam arcivescovo metropolita di Asmara, Thomas Osman eparca di Barentu, Kidane Yebio eparca di Cheren e Fikremariam Hagos eparca di Segheneyti.

La missione della Chiesa dentro e fuori i sacri recinti.

I quattro eparchi cattolici rivendicano la missione e il ruolo svolto della Chiesa per il bene del Paese, da sempre impegnata nella ‘promozione integrale’ della persona, attiva negli ambiti dell'istruzione, della sanità e dello sviluppo sociale generale, “non solo nell'interno dei suoi sacri recinti, bensì nei campi aperti delle scuole, delle cliniche e degli ospedali, dovunque cioè gli uomini e le donne - reclamano il diritto e il bisogno di essere curati e istruiti e la Chiesa si sente in grado di contribuire al loro benessere globale”. I diritti non sono un capriccio da concedere o meno. Come nei duemila anni del suo cammino attraverso la storia, anche oggi la Chiesa rivendica per sé un insieme di diritti” tra cui “possedere proprietà mobili e immobili congrue allo svolgimento della sua multiforme missione. Poiché si tratta di diritti naturali ad essa accordati da Dio stesso, permetterne o negarne l'esercizio - ammoniscono i presuli eritrei - non spetta, per nessun titolo, alla volontà o al capriccio di chicchessia”.

Il prezioso contributo delle scuole cattoliche.

Riguardo alla nazionalizzazione delle scuole, i vescovi sottolineano che “nessun altro scopo”, “si propone la Chiesa nella gestione delle sue istituzioni educative, se non l'onesto, corretto e appassionato contributo alla promozione integrale dell'uomo, oggi come ieri. Lo possono testimoniare - aggiungono - senza tema di smentita, quanti, uomini e donne di qualsiasi religione e corso di vita, sono passati per le nostre aule, vi hanno assaporato gli insegnamenti di vita, e oggi sono sparsi per il mondo intero”.

Le istituzioni religiose nella storia dell’Eritrea

Ricordano poi i presuli il ruolo storico svolto dalle istituzioni religiose non solo cattoliche ma anche ortodosse, islamiche e ebraiche che hanno contributo alla “formazione, costituzione e definizione identitaria e culturale”. “I sistemi amministrativi moderni, l'evoluzione della coscienza politica e della cultura letteraria, il progresso delle lingue, hanno trovato i loro migliori cultori negli eritrei usciti dalle scuole gestite dalla Chiesa cattolica e da altre denominazioni religiose”. Da non dimenticare che “i loro contributi nei processi politici e nella lotta per l'indipendenza - annotano i vescovi - occupano un posto eminente nella storia dell'Eritrea”.

Se non è odio contro la fede, cos’è?

Allora - si chiedono i presuli - come “inquadrare questo espropriare la Chiesa delle sue istituzioni educative, strumenti attraverso cui ha profondamente inciso nella crescita, nel progresso e nella civiltà di un intero popolo? Con quali fondamenti si è osato dichiararla, con i fatti piuttosto che con le parole, priva di ogni titolo e di ogni diritto di rivendicazione nei riguardi di tali istituzioni? Se questo non è odio contro la fede e contro la religione, cos'altro può essere? Togliendo i ragazzi e i giovani da strutture capaci di formarli ai supremi valori del timore di Dio e della legge morale, quali nuove generazioni si vuole preparare per il futuro di questo Paese?”.

Il rifiuto delle autorità di giustificare le alienazioni

Premettono i presuli nella loro Lettera di avere sempre desiderato incontrarsi con le autorità governative “per dialogare su tutto quanto attiene alla situazione” della Chiesa, senza riscontro di risposta o “qualsiasi considerazione”. Lamentano quindi che le autorità di Asmara non hanno motivato “le recenti ingiustificabili alienazioni”: nessuna trasgressione delle norme amministrative scolastiche o infrazione delle regole o inadeguatezza pedagogica o didattica o colpa per commissione o per omissione. Al contrario - rivendicano i vescovi - “le nostre scuole si sono distinte per qualità e livello”, conseguendo “i migliori risultati negli esami nazionali” che “avrebbero dovuto meritare i più alti riconoscimenti e incoraggiamenti”. “Queste cose - affermano i presuli - lo Stato le sa e se del caso, se ne può sincerare riprendendo in mano i rapporti regolarmente inviati al ministero della Pubblica istruzione nel corso degli anni”.

Le ricadute sull’intero popolo eritreo

Non è problema che interessa la sola Chiesa, chiariscono i presuli eritrei. “Impedendo di fatto alla società civile e alla Chiesa di svolgere la loro missione a vantaggio degli uomini e delle donne di questo tempo e di questo Paese, si finisce per restringere o rimuovere lo spazio dell'esercizio della legittima libertà e del diritto fondamentale ed universale delle persone. Quando tutto viene monopolizzato dallo Stato, allora viene negata la libertà del singolo e se ne paralizzano le attività. E dove la libertà e il diritto sono negati, non c'è più spazio né per la pace, né per la libertà, né per il diritto”. Deve essere chiaro a tutti, raccomandano i vescovi, “che, quando tali istituzioni vengono statalizzate e i diritti della Chiesa conculcati, i conseguenti gravissimi danni ricadranno sulle spalle dell'intero popolo e dell'intera nazione”.

Non si fermerà la richiesta di giustizia

Da qui la ferma richiesta, in chiusura della Lettera, perché le recenti risoluzioni del governo “contrarie ai diritti e alla legittima libertà della Chiesa” siano rivedute e tempestivamente bloccate. Fintanto ciò non avverrà la Chiesa in Eritrea con i suoi fedeli “non cesserà di chiedere giustizia a chi detiene il potere di amministrarla”.

                                                                    (Roberta Gisotti - Città del Vaticano)

 

 

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