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Disarmo nucleare





Disarmo nucleare







Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra firmate,
vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero
.

Nazim Hikmet, poeta turco.
da “La bambina di Hiroshima” 1956

In questa poesia, scritta in appoggio ad una campagna di raccolta di firme per il disarmo nucleare, la piccola protagonista chiede che quel terribile evento non si ripeta più, che la bomba che l’ha uccisa non bruci mai più altri bambini, perché questi possano vivere in un mondo finalmente privo di odii e di conflitti.

Magari potessimo dire che in questi anni la sua voce è stata ascoltata! Invece se si accende la tv, quanti bambini e bambine di Hiroshima si vedono ogni giorno, vittime delle tante guerre che ancora oggi dilaniano il mondo! Sembra che nulla sia cambiato da quel lontano dopoguerra ad oggi, nonostante il tanto declamato progresso della civiltà, perché gli uomini sono ancora più interessati a fabbricare strumenti di morte che a promuovere la vita.

Eppure siamo convinti che le parole della bambina continuino a scuotere la coscienza di chi, avendo l’umiltà di fermarsi a riflettere, sente il peso della propria responsabilità e decide nel suo piccolo, per quanto può, di fare qualcosa perché il lungo e difficile cammino verso la tanto sospirata pace possa, anche attraverso il suo modesto contributo, fare passi da gigante.

Valter


Valter e La Fabbrica dei Segni


Chissà se Valter, quando anni fa progettò la sua attività, pensò subito a quale impatto forte avrebbe avuto con la realtà sociale di Bollate!

Pianificando quello che doveva essere il suo futuro lavorativo sapeva già che avrebbe dato lavoro a tante persone altrimenti difficilmente collocabili nel mondo del lavoro. In ogni caso, per loro, Valter aveva pensato di creare un ambiente sereno e famigliare dove tutti avrebbero potuto trovarsi a proprio agio.

Certamente sapeva che sarebbe incappato in tante difficoltà.

Ma sapeva anche che le avrebbe superate con amore e dedizione perché la tenacia, la gentilezza e la pazienza sono caratteristiche primarie del suo carattere.

Valter non mollare: abbiamo bisogno di te e della tua squadra, Marika in testa. Grazie a tutti!


Gli Amici de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Sogno che un giorno





Sogno che un giorno...






Io ho un sogno.
Io sogno che un giorno gli uomini
si solleveranno e capiranno
che sono fatti per vivere da fratelli.

Io sogno che un giorno il nero di questo paese
e ogni uomo di colore del mondo intero
saranno giudicati in base al loro valore personale
anziché per il colore della pelle e che tutti gli uomini
rispetteranno la dignità dell’essere umano.

Sogno che un giorno la giustizia
scorrerà come l’acqua
e la rettitudine come un fiume irruente.

Sogno che un giorno la guerra cesserà
e gli uomini trasformeranno le loro spade in aratri,
le lance in falci, le nazioni non si scaglieranno più
le une contro le altre e non progetteranno
più la guerra.

Sarà un giorno meraviglioso quello!
Le stelle del mattino canteranno insieme
e i figli di Dio grideranno di gioia! 

(Martin Luther King)

La Nazione Arcobaleno





La Nazione Arcobaleno



Le notizie di cronaca di questi giorni ( il massacro dei minatori in sciopero, mezza paginetta sul Corriere a pagina 17) mi danno lo spunto per parlare del mio viaggio in Sud Africa.
Nel 2007 pensare di raggiungere una meta così lontana era per me già emozionante e quasi impensabile.
Cosa è il Sud Africa? Un Paese in continua evoluzione con una diversità e varietà culturali così ampie da essere definito come “un mondo in un solo Paese”. Dalla fine dell'apartheid il Sud Africa si è imposto all'attenzione del turismo internazionale per una serie di motivi: dalla bellezza dei suoi luoghi alla ricchezza della sua fauna e dei suoi parchi nazionali, dalle sue infinite spiagge alle sue metropoli cosmopolite e ricche di fascino.
Purtroppo con occhi da turista è difficile catturare la realtà. Ed infatti a scombussolare il nostro viaggio dorato è stata un’ alluvione che ha chiuso gli aeroporti e ci ha costretto ad attraversare l’intero paese 1300 km da Sud a Nord in pullman.
E così, in un’alba dai colori magici che solo l’Africa sa regalare, ci si è svelata la realtà .Durante la notte non ci eravamo accorti di nulla ma alle prime luci del sole nessuno ha più potuto nascondere la verità. La strada scorreva fra le township, un agglomerato di capanne miserrime di fango senza luce, senza acqua né altro che le possa far considerare case, impossibili da distinguere nel buio pesto della notte.
Finalmente abbiamo capito dove “sparivano” all’improvviso le lunghe colonne di neri che venivano scaricati dai pullman a lato delle strade. Rientravano dopo il lavoro e venivano inghiottiti dal veldt per finire la loro giornata in queste cittadine fantasma che non si devono vedere perché sono una vergogna che il governo non è ancora riuscito ad eliminare.
L'apartheid si tocca ancora   con mano.
Le case dei bianchi circondate da filo spinato elettrificato e le township per i neri con pochi diritti.
Il lusso delle zone residenziali di Città del Capo e Pretoria con i suoi palazzi del potere e i viali profumati di imponenti jacarande e il fango in cui giocano con un pallone i bambini figli dei neri.
Il mega galattico centro commerciale di Johannesburg dei ricchi bianchi e i mercatini a cielo aperto dei neri, fra le pozzanghere, dove ci si contende la vendita di una statuina intagliata o di una sciarpa colorata.
Il mio viaggio è stato fantastico: la bellezza maestosa dei panorami , la fierezza deli animali , il coraggio di questo straordinario Paese vittima di colonialismo e apartheid ma mai domato.
La bellezza e la dignità delle donne che hanno sostenuto anche a prezzo della vita i loro uomini durante le lotte. I bimbi dagli occhi immensi, fiduciosi e pronti al sorriso.
Uomini come Christian Barnard che ha effettuato il primo trapianto di cuore a Città del Capo, Nelson Mandela, l’arcivescovo Desmond Tutu, il presidente De Klerk tutti premi Nobel per la Pace. Nadine Gordimer e Coetzee premi Nobel per la Letteratura. I loro nomi risuonano nel mondo intero.
Penso che il termine di Nazione Arcobaleno coniato da Tutu sia veramente l’espressione giusta per significare oltre alla diversità di etnie una multiforme attività di crescita, un vulcano di voglia di vivere che dovrebbe dare la sveglia a noi europei.
Tanti ricordi è vero, ma quello che mi porto ancora nel cuore come un marchio a fuoco indelebile è lo   sgomento negli occhi della cameriera di un bar che si è sentita ringraziare con un sorriso da una donna bianca.
Una donna bianca qualunque che non ha avuto paura a guardarla negli occhi perché l’ha vista come un essere umano suo pari.

                                                                                                                                                                            Gabriella

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