Tempo di olimpiadi
Quel maratoneta
scalzo venuto dall'Etiopia
Corri ragazzo, corri. Dietro le tue spalle c’è una storia coloniale da dimenticare e davanti a te, un futuro da costruire.
Corri ragazzo, corri. Al tuo fianco non c’è solo la gente dell’Altipiano, ma tutto un continente in cerca di riscatto.
Corri ragazzo, corri. I sampietrini tagliano i piedi nudi. Ma tu sei abituato a soffrire, a stringere i denti e a tirare avanti.
Corri ragazzo, corri. La medaglia d’oro non ripagherà solo i tuoi sforzi, ma quelli di tutti gli africani appena usciti dalla pagina più buia della loro storia.
E Abebe Bikila corse. Corse forte. Vinse quella maratona a Roma, davanti a un mondo incredulo.
La sua medaglia d’oro fu la prima conquistata da un africano in un’olimpiade.
La sua vittoria fu il simbolo delle riscossa africana, la riscossa di un continente che si stava allontanando dalla presenza europea.
L'amore per l'atletica.
Il gesto tecnico perfetto,
l'energia di un lancio.
la leggerezza dei salti....
l'armonia della corsa e il cuore del maratoneta.
Il mondo è pieno di gente che corre.
Ma il fascino del corridore degli altopiani è unico.
L'altopiano africano è lo scenario suggestivo
dove la macchia rossa del Masai
si avvicina lentamente da lontano,
passando dal giallo della savana
alla pista polverosa.
E quando lo scorgi
ammiri stupito le ampie leve
che solo uno scultore come
un Dio che non conosciamo
poteva plasmare.
E pensi a che immenso atleta
potrebbe essere questo guerriero.
Sì, un formidabile maratoneta.
Che mescola la voglia di vittoria
con il suo passato povero,
il desiderio di riscatto
con la sua umile vita.
Un corridore da sogno.