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NOTIZIE dall'AFRICA

Giuseppe in Etiopia

Giuseppe da Addis Abeba (Etiopia)

Appunti di missione

dall'Etiopia - 6

Povertà...


 

La poverta' economica (come quella, estrema, che colpisce la Terra da cui scrivo), non e' uno stato naturale, una condizione innata; piuttosto e' il risultato dello sfruttamento di uomini, su altri uomini.

Ma c'e' una poverta', forse peggiore, di quella che affligge questi popoli: ed e' la poverta' d'animo, la poverta' spirituale, la poverta' di relazioni (spesso frutto di mera convenienza o mero interesse); una poverta', quest'ultima, piu' subdola e meschina della prima, una poverta' che pare imperversare soprattutto in occidente.

Giuseppe Luca

Giuseppe in Etiopia

Giuseppe da Addis Abeba (Etiopia)

Appunti di missione

dall'Etiopia - 5

Nelle strade di Addis Abeba

 

Cos'e' lo sviluppo oggi?

La domanda si pone spontanea, quando - rientrando ad Addis Abeba (citta' con, probabilmente, sette od otto milioni di abitanti, molti i non censiti), dopo aver passato quasi un mese nel buio africano di una piccola localita', immersa nel verde e nella giungla tropicale, al confine con il Sud Sudan - il tuo sguardo viene illuminato dalle luci diffuse, ormai ovunque, delle insegne dei centri commerciali, o dei lampioni delle strade, anch'esse ormai tutte asfaltate, della capitale etiope.

Alle spalle luoghi dove l'acqua corrente e' disponibile con il contagocce, dove poche e fosche sono le illuminazioni, dove l'energia elettrica per lo piu' e' indisponibile, e dove l' alimentazione, scarsa ed invariabile, e' fonte di malnutrizioni, e gravi  patologie sulla salute.

Davanti a me, una megalopoli che cresce a dismisura, divenuta un cantiere unico, dove proliferano palazzi in costruzione, nuove strade, ponti, infrastrutture (in particolare e' in via di realizzazione una rete ferroviaria).

Addis Abeba come paradigma dello sviluppo africano, e non solo.

Proiezioni delle Nazioni Unite, stimano che, entro il 2050, piu' della meta' della popolazione africana, vivra' nelle citta'.

Un processo di urbanizzazione che colpisce soprattutto i Paesi del Mondo in forte sviluppo economico.

L'Etiopia e', insieme al Sudafrica, alla Nigeria e al Ghana, il Paese che cresce di piu' nel continente, con un p.i.l. in crescita di quasi il 10% annuo; uno sviluppo trainato da investimenti esteri, soprattutto cinesi.

Ma le contraddizioni di questo modello di sviluppo, pur riconoscendone concretamente dei meriti, rimangono enormi, e le ingiustizie (divario tra ricchi e poveri, sfruttamento, aumento dei bambini di strada) dilagano.

A migliaia sono i bambini di strada in questa citta'; proprio da settimana prossima, saro' coinvolto in un progetto, per il loro recupero.

Vi lascio con questo bel ed eloquente corto, sui bimbi di strada qui nella capitale etiope, realizzato da un giovane emergente regista romano.

http://vimeo.com/27882235

 Un caro saluto.

Giuseppe Luca

Giuseppe in Etiopia

Giuseppe dalla missione di
Jimma-Bonga (Etiopia)



Appunti di missione

dall'Etiopia - 3


 

Buona domenica a tutti quelli che oggi litigherranno per il menu’ domenicale, ed a tutti quelli che si spazientiranno, nello scegliere quale, tra I tanti, vestito indossare.

Buona domenica a tutti quelli che oggi esulteranno, per la vittoria della propria squadra, o si deprimeranno, per la sconfitta calcistica, stravaccati su un comodo divano.

Buona domenica agli speculatori della finanza, che affama milioni di persone, ed a quegli imprenditori, che sfruttano la manodopera dei tanti disperati.

Buona domenica agli egoisti, e buona domenica a tutti quelli che, anche oggi, si chiuderanno nelle loro piccole certezze.

Buona domenica da me, pioniere in questo posto selvaggio, dimenticato dall’uomo.

Buona domenica da Sister Adelaide, superiora nella missione delle suore di Madre Teresa di Calcutta qui a Jimma, attaccata con fermezza a questa terra africana, da sei anni, ma soprattutto attaccata strenuamente al cielo, con la preghiera e con lo spirito.

Buona domenica da Antonino (Nino) medico italiano, ex sindaco di un comune nel napoletano, qui come volontario, anche lui armato di fede e di speranza, ma impotente di fronte a tanto dramma, anche lui pioniere in questa terra cosi’ difficile, ma cosi’ viva, immersa in una natura potente e rigogliosa, dove, indiscussa, rimane l’unica sua regola suprema: quella della sopravvivenza.

Ma, soprattutto, buona domenica dagli affamati, dai bimbi denutriti, dai malati visitati ieri insieme a Nino, mia guida nella clinica della missione delle Sisters Of Charity.

Buona domenica da quel ragazzino sorridente alla vista di due “ferenji” (straniero, uomo bianco), a cui Nino, ed io li’ presente, ieri ha curato una ferita tanto profonda da far vedere nitidamente il bianco dell’osso, senza che lui desse alcun segno di sofferenza o di lamento (gia’, qui la soglia di sopportazione del dolore e’ infinitamente piu’ grande di quella di noi occidentali).

E buona domenica agli ipocriti che, invocandolo, chiederanno “dov’e’ Dio?”, facendo finta di non vedere che qui - dove le persone muoiono perche’ mancano gli antibiotici, perche’ piccole infezioni non possono essere curate, o perche’ nemmeno il gesto estremo dell’amputazione e’ possibile in questo contesto, qui in questo campo di battaglia, di guerra - a mancare e’ l’uomo.

Giuseppe Luca

Giuseppe in Etiopia

Giuseppe dalla missione di
Jimma-Bonga (Etiopia)



Appunti di missione

dall'Etiopia - 4


 

Venite qui!

Venite qui a guardare negli occhi i piccoli orfani denutriti, scacciandogli le mosche che infestano i loro visi.

Venite qui a sorreggere il moribondo, con il corpo infettato, con i vermi che gli escono dalle palpebre (e' spirato ieri notte, dignitosamente, dopo aver ricevuto il battesimo, assistito dalle Sister Of Charity, sopra una branda, sotto un caldo lenzuolo).

Venite qui a consolare la Madre del piccolo tubercolotico, che non passera' la notte.

Venite qui a pregare con lei!

Venite qui a piangere con lei, a gioire con lei, a gioire per la speranza della vita!

Venite qui ad abbracciare il vostro fratello, martoriato dalla poverta' estrema, sfinito dalla sofferenza.

Venite qui a sentirne i lamenti!

Venite qui, a calpestare questa terra rossa, cosi' fertile, cosi' colorata d'intenso rosso, che pare spurgare sangue dalle proprie viscere.

Venite a sentire la vita!

Vieni, uomo, in questa Domenica di Quaresima, a vedere le ferite del corpo di Cristo, in questa periferia dell'Umanita'.

Vieni, Uomo, a vedere cos'e' la speranza!

Giuseppe Luca

Giuseppe in Etiopia

Giuseppe dalla missione di
Jimma-Bonga (Etiopia)



Appunti di missione

dall'Etiopia - 2


 

Una vita autentica, una vita per cui valga la pena anche di affrontare fatiche, rischi, salute.
Una vita in cui ci si riempia di amore per questa gente povera, semplice, dallo sguardo misterioso e sorridente.
Una vita in cui ci si riempia di brividi dopo il temporale, di profumi e odori inebrianti dei fiori, degli eucalipti, delle acacie.
Una vita in cui lo sguardo si riempia dei colori intensi di questa natura viva, forte, rigogliosa.
Una vita in cui la vista si riempia di sguardi curiosi e gioiosi, come quelli dei bimbi di qui.
Una vita che diventi inno...

Qui la vita e' autentica davvero, qui non ci sono i lunedi', qui ci si riempie, anche di cibo, un cibo semplice, naturale, succulento... riso, legumi, enjera, verdure saporite, frutta tropicale squisita (mango, papaya, avocado, banane).

Ogni giorno e' un giorno pieno: pieno di grazia, pieno di di fatiche e perche' no, anche di rischi (questa e' una zona a maggioranza musulmana, dove in passato gli integralisti islamici di Al Shabab, hanno fatto incursioni contro i cristiani).

Si arriva a sera sfiniti e poco e' il tempo anche per scrivere.

Attualmente mi trovo a Jimma, dove sto' collaborando con il Vescovo locale, a cui sto' anche insegnando italiano, e lui un po' di lingua locale (l'amarico) a me.

Nel fine settimana mi spostero' con un sacerdote, in una missione sperduta, in mezzo alla giungla, in una zona remota dove vivono piccole comunita' di cattolici.

Vi lascio con questo appunto di missione:

Un’ultima carezza, data da una sister of charity, ad una bimba affetta da HIV, malata terminale, morente su una misera branda.
A questo ho assistito ieri, durante una visita alle Suore di Madre Teresa, presenti in questa remota localita' dell'Africa Orientale, con una grossa missione che ospita circa 400 persone (molti i bimbi), soprattutto sieropositivi e turbercolotici.
In questa notte Africana, di buio spezzato dai fulmini di un temporale, di silenzio interrotto dal rumore dei tuoni, la mia mente e’ tornata a quel gesto: “Come poteva quella Suora Indiana, compiere un gesto di tale portata? Da chi le era dettato? Come poteva, quella donna tanto minuta, compiere quel gesto d’amore tanto tenero, impetuoso, misericordioso?"
L’uomo e’ in grado di amare gli altri, al massimo come ama se stesso: quel gesto andava ben oltre l'amore che un essere umano puo' donare.
“ Se esiste l’amore, allora esiste Dio” - Pascal

Giuseppe Luca

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