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NEWS ed EVENTI



Un Presepe davvero speciale!



Quest'anno i nostri amici Rosetta e Filippo, hanno dato il meglio di loro stessi nella realizzazione del presepe natalizio!

Questo pomeriggio Tiziana, Gabriella ed io siamo andati a fargli visita e abbiamo potuto ammirare la loro opera, davvero notevole: il presepe occupa un bel pezzo del loro soggiorno, ed è molto ricco di personaggi ed ambientazioni.

La realizzazione del presepe ha richiesto a Rosetta e Filippo parecchie ore di lavoro, rubate a volte al sonno notturno. Certo è che un lavoro di questo tipo richiede si tanta pazienza, ma anche e principalmente un grande amore per ciò che il presepe rappresenta.

Rosetta, che si è occupata di realizzare le ambientazioni e posizionare i personaggi, ci ha detto chiaramente di aver chiesto al Signore l'ispirazione per svolgere al meglio la sua parte di lavoro e diciamo noi, l'ispirazione è arrivata alla grande visto il risultato ottenuto.

Siamo rimasti estasiati davanti ad un'opera così ben fatta, così curata nei minimi particolari, una vera gioia per gli occhi!.

Oggi poi è il giorno che la chiesa dedica alla Sacra Famiglia, quindi il giorno più adatto per ammirare Gesù bambino nella greppia fra Maria e Giuseppe.

Bravi Rosetta e Filippo, vi siete davvero superati!

                                                                                                                         Enrico


Guarda qui sotto le immagini del presepe:

  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
  • Il Presepe di Rosetta e Filippo
Si parte!






Buon viaggio Giuseppe!






Il nostro caro amico Giuseppe Mantegazza, conosciuto l'anno passato al corso per volontari in missione, che ogni anno si tiene a Musocco presso il convento dei Frati Cappuccini, anche quest'anno è in partenza per l'Etiopia.

Pubblichiamo lo scritto che ci ha inviato alla vigilia del suo viaggio in terra di missione, che sarà pubblicato sulla "Provincia" di Como,Lecco, Sondrio e Varese.

Alla vigilia della partenza, Giuseppe intende stimolarci con questo interrogativo:

"perché nel nostro Paese (ma forse anche nell’intera vecchia Europa), a parte rare eccezioni di individui e di gruppi, la maggior parte delle persone  sorridono e gioiscono poco (e paiono, specie le donne, sempre incazzate)? E non ditemi che e’ per la cosiddetta 'crisi economica'…
I veri cambiamenti, piccoli o grandi che siano, prima  individuali, poi collettivi, dovrebbero partire sempre da gioia ed amore".

A Giuseppe rivolgiamo un caloroso "in bocca al lupo", mentre, con nostalgia, ci tornano in mente i freschi ricordi del nostro periodo di volontariato in quel paese, conclusosi alla fine del mese di ottobre.
                                                                                                                                                 Enrico e Tiziana



L’ Etiopia, situata nel Corno d'Africa, e’ il secondo Paese più popoloso dell’intero continente, uno degli ultimi, nelle classifiche di indice di sviluppo umano, secondo i dati delle Nazioni Unite.
Paese martoriato da guerre fratricide (in particolare quella con la confinante Eritrea, terminata, almeno ufficialmente, una decina d'anni fa'), e da carestie (l'ultima, lo scorso anno, con epicentro la Somalia): un Paese dove la speranza di vita non arriva a 55 anni, un bimbo su dieci non arriva a compiere il suo primo anno di vita, e dove (dati Unicef) 5 milioni di minori sono orfani.
Ed e' proprio in un orfanotrofio che sono diretto: l'Asco Children center- l’unico centro specializzato in Etiopia per la cura dell’hiv pediatrico, - due ore di macchina su strade sterrate e sconnesse a nord della capitale, in un sobborgo (uno dei più poveri della zona) dove centinaia e centinaia di bambini tentano la sopravvivenza, di giorno elemosinando e cercando cibo, di notte costruendosi ripari di cartone, fango e lamiere per ripararsi dal freddo, dall’altissima umidità, e dagli animali selvatici
Per la verità, non e' la prima volta che mi reco in Etiopia, e non e' nemmeno la prima volta che spendo le mie ferie, in terre di missione lontane.
Non avevo nemmeno vent'anni, quando, con un convoglio di aiuti umanitari della Caritas di Milano, nel 1994, mi recai nei Balcani tormentati dalla guerra civile
Poi arrivarono tante altre esperienze di missione e volontariato un po' in tutto il Mondo: nelle Americhe, in Medio Oriente, fino alle ultime in Africa, inviato, come laico, dai francescani (missionari cappuccini) e, di recente, dal Pime (Pontificio istituto missioni Estere), con cui sto collaborando e con cui sto approfondendo questa mia “vena missionaria”.
Non sono un medico, e non ho nemmeno competenze specifiche particolari, piuttosto ho una gran disponibilità, e desiderio di testimoniare buona volontà, mettendomi a disposizione, in particolare nel campo educativo (corsi d’informatica, d’inglese, attività ricreative).
Non parto per fare l’eroe, e tantomeno per cambiare il Mondo, conscio che il mio contributo non possa essere altro che “una goccia nell’oceano”.

A pochi giorni dalla partenza, riguardando le foto scattate la scorsa estate, nella mia ultima esperienza etiope- mi ritornano in mente le sensazioni forti, soprattutto di gioia, provate in quel contesto.
Perché, se e’ vero che l’Etiopia e’ uno dei paesi più poveri al Mondo, e’ altrettanto vero che il Paese esercita ancora uno straordinario fascino di mistero e di scoperta: unica nazione africana a non essere mai stata colonizzata - escludendo la brevissima parentesi italiana (1935-1941), e’ considerata la culla dell’umanità’ e secondo gli studiosi, l’avventura umana e’ iniziata in quelle terre, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di ominidi (il più antico bipede “Lucy” e’ custodito al national museum di Addis Abeba);
e’ il Paese degli infiniti altopiani, che raggiungono anche i tremila metri di altitudine, dove il cielo, luminoso e splendente, di notte rischiara terre buie ed oscure, e’ il Paese dell’Arca dell’Alleanza, che parrebbe essere custodita ad Aksum, delle religioni che riescono a convivere pacificamente (in particolare cristianesimo ed Islam), la terra promessa di Bob Marley e del Rastafarianesimo.
Ma l’Etiopia, la Terra più antica dell’umanità’, e’ soprattutto un Paese giovane (metà della popolazione ha meno di vent’anni), abitato da un popolo fiero e dignitoso, profondamente religioso, e sempre allegro, un paese di donne che vestono con colori accesi, vivi ed allegri, e che ancora sorridono, sempre:
ed in missione, e’ di quei colori, di quella gioia, di quell’energia positiva che ci si impregna totalmente, nonostante le difficoltà, nonostante i rischi, nonostante le malattie endemiche (Aids, malaria e tubercolosi in testa) e la povertà che affliggono gran parte della popolazione di quelle Terre.

Ed e’ per questo, caro lettore, che riparto: per ritrovare una goccia, di quella verità che scaturisce dalla condivisione con gli ultimi, e per ritrovare un po’ di quella grande gioia che "smuove" il Mondo, la gioia che da un senso vero alla vita, che pare essere scomparsa dalle nostre frenetiche vite "occidentali" .
Ma soprattutto, riparto per fare da ponte, per esser io stesso un “ponte”, tra questo nostro Mondo, confortevole, ma che pare essere diventato un po’ triste e solo, e “quell’altro Mondo” africano, poverissimo, ma socievole e gioioso.

Due Mondi lontanissimi, con un unico destino comune: quello della nostra umanità.

Mi attende un viaggio ai confini della Terra, e soprattutto, ai confini dell’anima.

                                                                        Giuseppe Luca Mantegazza

Il coro Haendel di Milano

Sabato 15 Dicembre
Ristorante Bartolo e Mica




La Polentata 2012



Anche quest’anno la tradizionale “Polentata” da Bartolo e Mica ci ha permesso di trascorrere una bella serata pre-natalizia.

L’ affluenza di persone con il desiderio di stare in compagnia, polenta, dolci, vin brulé e le piacevoli novità introdotte da Vittorio e Sara ci hanno offerto l’occasione per allestire un piccolo mercatino di idee regalo che hanno suscitato molto interesse.

Prima novità: la tombolata con i premi offerti dalla nostra Associazione, graditissimi ai fortunati vincitori.

Altra sorpresa molto apprezzata: il coro Haendel di Milano che ha creato l’atmosfera natalizia con canti della tradizione. Un coro composto da cantanti bravi e preparati che sanno trasmettere la loro passione al pubblico. Il brano finale, l’ “Alleluja” del celebre Maestro ha scatenato una standing ovation con applausi scroscianti.

Baci, abbracci e auguri hanno concluso il ritrovo.

Rinnoviamo ancora gli auguri più belli agli amici Vittorio, Sara e tutta la loro famiglia con un corale “GRAZIE” da parte di tutti noi

                                                                                                                               I volontari de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Padre Stefanos Tedlà durante il suo intervento

Venerdì 30 Novembre
Serata di Musica e Solidarietà:
"Musica per la Speranza"



"Beati quelli che hanno

fame e sete della giustizia

perché saranno saziati"
                   
                   dal vangelo secondo Matteo 5, 1-12


Come tradurre in parole il cuore che scoppia di gioia e di speranza? Come descrivere un’emozione così forte che ci ha coinvolto interamente... Ci vorrebbe la penna di un poeta.

Nella serata del 30 novembre si è realizzato un sogno: il concerto “Musica per la Speranza” organizzato da amici sconosciuti alla maggioranza di noi ma inviati da un angelo che ci ha dato questa grande opportunità .

Flavia da mesi stava organizzando questo evento. Questa serata è stata voluta con grande determinazione. Difficile da realizzare ma proprio per questo ancora più di rilievo. Lo scopo era quello di raccogliere fondi per la realizzazione del nuovo padiglione di maternità all’Health Center di Mogolò, in Eritrea dove ancora troppe donne muoiono di parto e troppi bambini non hanno futuro se non quello della denutrizione.

Musica ad alto livello: Laura Gessner e la Unprofessional Jazz Band hanno espresso una grande, grandissima professionalità con la loro arte. La calda voce di Laura accompagnata da un quartetto che unisce la maestria alla passione per fare musica sono stati per la nostra Associazione un regalo magnifico. Gli eccellenti assolo dei maestri e la voce di Laura hanno infiammato l’anima degli amanti della buona musica.

Da tempo non crediamo più nelle coincidenze.La sincronicità di eventi sono una risposta ai nostri desideri interiori. E la teoria di questo pensiero si è fatta reale con la presenza straordinaria di padre Sfefanos, responsabile dell’Health Center di Mogolò proprio nella serata dedicata a questo progetto!

Padre Stefanos è un gigante di spiritualità: ci ha parlato della sua Eritrea, bistrattata e dimenticata. Dei diritti dei poveri per i quali spende la vita. Ci ha parlato in nome di questi fratelli che hanno fame e sete di giustizia e che, per questo, saranno i primi nel Regno di Dio ma che hanno necessità del nostro aiuto concreto qui sulla terra.

L’Health Center è una piccola goccia: i medici accolgono e visitano più di 14.000 persone all’anno bisognose di tutto. Padre Stefanos ci ha reso partecipi a questa realtà con l’amore immenso di un uomo per il suo Paese martoriato ormai da troppo tempo da guerre e carestie. Si è definito privilegiato di appartenere a un gruppo di uomini che dedicano la vita ai fratelli, un comprimario in una scena dove il vero attore è il popolo di Eritrea.

Le sue parole hanno toccato in profondità il cuore di tutti i presenti. Pensiamo che nessuno sia uscito senza avere raccolto nel proprio “io” un piccolo seme. La nostra speranza è che questo seme germogli in noi, nella nostra vita.

Già alla fine della serata abbiamo raccolto le proposte di aiuto più disparate: l’offerta di sondini gastrici per l’ospedale, il graditissimo “assalto” al nostro banchetto con i consigli per regali natalizi e, tante, tantissime espressioni di gradimento e di solidarietà.

La Jazz Band si è definita con grande autoironia “unprofessional”...

Anche noi nel dichiararci unprofessional ( nel vero senso della parola!) ci riteniamo ugualmente privilegiati perché avremo l’opportunità grandissima di dire “c’ero anch’io” quando finalmente anche questa piccola parte di Africa avrà giustizia.

Un doveroso e sentito ringraziamento all’amico Mander e a tutti i sostenitori che con il loro aiuto hanno permesso la realizzazione di questo straordinario evento.

Lasciamo la conclusione alle parole di una canzone che Laura Gessner ha scritto in collaborazione con Susanna Garavaglia:

“Sai, forse siamo angeli
Fratelli di tutte le anime fatte di luci
E nel mare noi ritroviamo
Il mago, il gabbiano
E il sorriso di Dio
E siamo uomini... uomini... uomini...”

Se vuoi saperne di più sul progetto di costruzione del nuovo padiglione maternità all'Health Center di Mogolò, leggi qui
Se vuoi vedere le immagini della serata, vai alla galleria di immagini:

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